Gli AI PC saranno presto i modelli di computer prevalenti, e punteranno sempre più alla capacità di adattarsi dinamicamente a ruoli e casi d'uso specifici
Autore: Redazione ImpresaCity
Gli AI PC sono nati accompagnati da una certa perplessità sul loro effettivo valore: a che serve un computer "potenziato" per l'Intelligenza Artificiale senza applicazioni specifiche? Poi la crescita dell'hype - e un po' anche del mercato concreto - della GenAI e soprattutto l'interesse verso l'esecuzione "privata" degli algoritmi di AI hanno iniziato a dare loro un senso. E le previsioni sul loro ruolo nel mercato PC si sono fatte man mano più rosee.
Intendiamoci, non è che ci fossero molte alternative: i principali vendor di PC puntano decisamente sugli AI PC per spingere le vendite nelle imprese, perché nella realtà dei fatti ci sono poche altre novità tecnologiche da presentare come motivo per cambiare computer che per ciò che non è AI vanno ancora benissimo (dismissione di Windows 10 a parte).
Come che sia, le cifre sulla diffusione degli AI PC migliorano. Per Gartner, che non è di facili entusiasmi per tutto ciò che è AI, essi rappresenteranno già entro il 2025 il 31% del totale del mercato mondiale. Gli analisti prevedono che nel 2025 le consegne di PC dotati di funzioni AI raggiungeranno un totale di 77,8 milioni di unità.
Le cose andranno anche meglio nel prossimo futuro. Sempre secondo Gartner, nel 2026 gli AI PC sul mercato saranno 143 milioni di unità e rappresenteranno il 55% del totale dei PC venduti. Entro il 2029 - è la (facile) previsione di Gartner - i PC con funzioni di AI diventeranno la norma.
“I PC dotati di Intelligenza Artificiale stanno ridefinendo il mercato, ma la loro adozione nel 2025 sta rallentando a causa dei dazi doganali e della pausa negli acquisti di PC causata dall'incertezza del mercato”, secondo Ranjit Atwal, Senior Director Analyst di Gartner. Ma gli investimenti in questo tipo di PC ci saranno, perché adesso gli utenti vogliono essere certi di essere preparati per la crescente integrazione dell'AI nelle imprese.
Gartner prevede tra l'altro anche una suddivisione "tecnologica" del mercato, con una fetta prevalente del mercato consumer che punterà sui processori ARM mentre le imprese continueranno a puntare in maggioranza (la stima è 71% degli acquisti) sui computer x86 e Windows. La previsione peraltro riflette il peso delle vendite di Apple (che sviluppa i suoi attuali processori in architettura ARM) nel mondo consumer, e il fatto che i PC ARM adatti agli ambiti aziendali al momento sono assai pochi.
Ma sono gli sviluppi software che interessano di più. Proprio la mancanza di software che sfruttassero le componenti AI degli AI PC è stata uno dei principali punti deboli al lancio di questa categoria di prodotti. Ora le cose stanno cambiando e Gartner prevede che entro la fine del 2026 il 40% dei software vendor darà la priorità agli investimenti nello sviluppo di funzionalità che sfruttino l'AI direttamente a bordo dei PC. Nel 2024, questa quota era solo del 2%.
C'è in particolare molto interesse verso lo sviluppo di SLM (Small Language Model, i modelli linguistici di piccole dimensioni) che possano essere eseguiti con prestazioni adeguate anche localmente sui PC. L'idea di fondo è che gli SLM garantiscano tempi di risposta più rapidi, un consumo energetico inferiore e una minore dipendenza dai servizi cloud. Un elemento, quest'ultimo, che ha anche il vantaggio di mantenere in locale, e quindi al sicuro, i dati degli utenti e delle aziende che vengono dati in pasto agli algoritmi di AI.
Gartner va anche oltre questa previsione e vede un futuro in cui le componenti AI dei nuovi PC saranno sfruttate non solo da software generico ma da applicazioni sempre più incentrate sull'utente, ossia progettate per ruoli e casi d'uso specifici. Il futuro degli AI PC starebbe insomma nell'essere strumenti di lavoro altamente personalizzabili, anche grazie alla capacità che i sistemi basati su componenti di AI hanno di adattarsi dinamicamente a chi li utilizza.