Microsoft, ancora iniziative rivolte all’Europa

Annunciati a Parigi ulteriori progetti focalizzati sul Vecchio Continente: adesso è la volta di impegni specifici per sostenerne e rafforzarne il patrimonio linguistico e culturale

Autore: e. b.

Il quadro delle iniziative verso l’Europa di Microsoft continua ad arricchirsi. Ed è sempre Brad Smith a farsene portavoce. Da Parigi, il VP e Presidente di Microsoft ha infatti annunciato a metà luglio due importanti iniziative a supporto della cultura europea, mirate a preservare e valorizzare le lingue e il patrimonio culturale del Vecchio Continente. L'iniziativa si inserisce all'interno degli impegni precedentemente illustrati per l'espansione dell'infrastruttura cloud e AI europea, il rafforzamento della cybersecurity, la protezione della privacy e il sostegno all'economia locale.

Nel dettaglio, dati, lingue e patrimonio culturale sono i pilastri su cui si fonda la nuova strategia europea di Microsoft per sostenere un’Intelligenza Artificiale accessibile e capace di rappresentare la ricchezza culturale del continente. Un ambizioso progetto si pone infatti l’obiettivo di rispondere a un’urgenza crescente: quella di preservare la diversità linguistica e culturale dell’Europa nell’era della digitalizzazione, evitando che questa venga soffocata da una sovra-rappresentazione del mondo anglosassone e da modelli di AI addestrati su dati limitati o sbilanciati.

Modelli multilingue

La premessa è che nel contesto digitale globale, l’inglese domina i contenuti web e costituisce la fonte principale di dati per gli LLM, i Large Language Model, lasciando ai margini le lingue europee meno diffuse. Questo squilibrio non solo rappresenta una sfida culturale ma ha anche risvolti sull’economia, in quanto limita l’accesso ai servizi digitali e all’innovazione per milioni di cittadini e imprese. Per invertire questa tendenza, Microsoft ha deciso di raddoppiare il proprio impegno in Europa con due nuove iniziative strategiche: il rafforzamento dei centri di innovazione a Strasburgo, in Francia, per promuovere lo sviluppo di modelli multilingue e l’espansione dell’iniziativa “Culture AI”, che mira alla salvaguardia digitale del patrimonio culturale europeo.

Microsoft fa sapere che collocherà a Strasburgo, sempre in Francia, parte dei team del proprio Open Innovation Center e dell’AI for Good Lab, lavorando a contatto con l’Università locale e con una rete europea di scienziati, ingegneri e partner accademici. Tra le prime azioni concrete ci sarà la pubblicazione di un bando per finanziare progetti volti a creare contenuti digitali in dieci lingue europee poco rappresentate, tra cui l’estone, il maltese, il greco e lo slovacco. I vincitori riceveranno crediti Azure e supporto tecnico per arricchire i dataset disponibili per l’addestramento di LLM realmente multilingue. Inoltre, Microsoft collaborerà con piattaforme open source come Hugging Face e con archivi come Common Crawl per annotare, condividere e rendere disponibili su larga scala dati in lingue europee.


Cultura digitalizzata

L’impegno tecnico si accompagna a uno sforzo parallelo sul fronte culturale: “Culture AI”, attiva dal 2019, ha già permesso la digitalizzazione di siti storici e monumenti iconici, dall’antica Olimpia in Grecia alla Basilica di San Pietro a Roma, passando per lo sbarco in Normandia. Ora è il turno di Notre Dame di Parigi, simbolo gotico della capitale francese recentemente restaurato dopo il noto incendio di cinque anni fa. In collaborazione con il Ministero della Cultura francese e lo studio Iconem, Microsoft realizzerà un gemello digitale di Notre Dame grazie a tecnologie avanzate di imaging e intelligenza artificiale, per preservarne struttura, estetica e memoria per le generazioni future. Questo progetto si affianca a nuove partnership con la Bibliothèque Nationale de France per la digitalizzazione delle scenografie storiche dell’Opéra National de Paris, e con il Musée des Arts Décoratifs per la catalogazione digitale di oltre un milione e mezzo di manufatti storici.

Il nodo centrale rimane però quello linguistico, sottolinea Microsoft. L’Europa conta 24 lingue ufficiali e numerose lingue minoritarie, che spesso rappresentano meno dello 0,6% dei contenuti web. Modelli linguistici addestrati con dati insufficienti risultano meno precisi, più soggetti a errori e incapaci di cogliere le sfumature culturali e semantiche delle lingue locali. Il risultato è una tecnologia parziale, spesso distante dall’esperienza quotidiana degli utenti europei. E poiché la diffusione dell’AI sarà una delle principali forze trainanti della produttività nei prossimi decenni, il rischio è che interi segmenti della popolazione vengano esclusi dai benefici dell’innovazione.

Per evitare questo scenario, è fondamentale che i modelli siano addestrati su dati eterogenei e culturalmente rappresentativi: è a questo scopo che Microsoft intende sviluppare strumenti in grado di superare le attuali limitazioni tecniche, come i problemi legati alla tokenizzazione dei testi scritti in alfabeti diversi dal latino come greco, cirillico o arabo, e ai limiti dei dataset sintetici. Il progetto di Microsoft si inserisce in un più ampio movimento che riconosce il valore delle lingue come asset economico. Secondo la Commissione Europea, abbattere le barriere linguistiche nel mercato unico potrebbe aumentare gli scambi commerciali fino a 360 miliardi di euro. Ma per realizzare questa visione serve un’azione congiunta, che coinvolga istituzioni, aziende, accademia e comunità locali. L’obiettivo è duplice: promuovere l’adozione dell’AI nei settori produttivi e, allo stesso tempo, garantire che ogni cittadino europeo possa usufruire di tecnologie capaci di riconoscere e rispettare la propria identità culturale e linguistica.


Infine, Microsoft tiene a sottolineare che nessuna delle iniziative annunciate comporterà la creazione di tecnologie proprietarie. I dati e i risultati saranno resi accessibili, trasparenti e disponibili alla comunità scientifica e agli sviluppatori open source. L’approccio, parrebbe, è quello di un’azienda che non vuole sostituirsi alle autorità europee ma che intende offrire competenze, infrastrutture e risorse per sostenere un progetto collettivo. E soprattutto europeo.


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