Dal supermercato alle AI Gigafactory

Affidereste una AI Gigafactory a un operatore retail, seppure di grandi dimensioni? In Germania è, quantomeno, una ipotesi.

Autore: f.p.

Ad assumere un ruolo guida nel realizzare una delle future AI Gigafactory europee potrebbe essere un nome che non è intuitivo associare direttamente al mondo IT: il brand tedesco di supermercati LIDL. O, per essere più precisi, il braccio IT dell'azienda che ha LIDL tra le sue principali attività: il gruppo Schwarz, il più grande retailer tedesco. L'ipotesi è stata rilanciata da Bloomberg, senza però - al momento in cui scriviamo - conferme concrete o ufficializzazioni. L'ipotesi appare, comunque, plausibile.

Fatte le debite differenze, specie in volumi di investimento, il gruppo tedesco Schwarz nel passato recente ha seguito una strada simile a quella percorsa, anni fa, da Amazon. Per sostenere la digitalizzazione dei propri business e delle proprie attività, ha creato una divisione IT che ha poi assunto una sua autonomia operativa, con il marchio Schwarz Digits. In realtà Schwarz Digits oggi è ormai ben più che una divisione IT "irrobustita", avendo il controllo di vari brand attivi in campi come la cybersecurity, l'ecommerce, i servizi IT e cloud.

Tra le attività di Schwarz Digits c'è infatti anche StackIT, che si presenta come un cloud provider locale - è attivo per ora solo in Germania ed Austria - che punta, per i propri servizi, decisamente sulle caratteristiche di sovranità digitale. Proprio per questo, l'idea del gruppo Schwarz sembra ora essere quella di affrontare attraverso StackIT - che da qualche tempo ha un CEO proveniente, guardacaso, da Google Cloud - anche il nascente business delle AI Gigafactory. Sul piatto, in fondo, ci sono diversi miliardi di euro di investimenti UE. E il digitale del futuro promette margini e ritorni assai superiori a quelli dei supermercati.

In ogni caso, l'entrata diretta in campo di una azienda privata non-IT come player del mondo AI/datacenter è un segno di come cambiano i tempi e di come evolve la digitalizzazione. Sempre più le grandi imprese di qualsiasi settore sentono la necessità di prendere direttamente in mano lo sviluppo tecnologico a supporto dei propri servizi digitali, considerando anche - eventualmente, certo non tutte - l'idea di trasformarlo in un business. Il fenomeno in sé non è nuovo - pensiamo ad esempio a quanta tecnologia hanno messo in campo le aziende dei settori "data intensive" come Energia e Oil&Gas - ma l'AI lo sta accelerando. Perché si presenta come un nuovo campo in cui l'esigenza di controllare dati e processi di analisi è, per vari e ovvi motivi, sentita con una marcata intensità.

Il gruppo Schwarz ce la farà? Difficile a dirsi. Per quanto il retailer tedesco abbia creato una sua piccola AWS, non ha la potenza di fuoco per portare avanti da solo un progetto di AI Gigafactory. E non è chiaro chi in Germania potrebbe decidere di affiancarlo, anche perché i nomi considerati più ovvi dagli osservatori o non sembrano intenzionati a entrare in questa specifica partita o potrebbero farlo con dinamiche più tradizionali.

Anche qui, comunque, più che il fatto in sé conta la tendenza: le grandi imprese europee stanno (lentamente) acquistando la consapevolezza non solo di poter essere considerate come importanti clienti da coinvolgere in attività di co-innovazione, ma anche di potersi presentare come partner commerciali di peso in iniziative tecnologiche strategicamente importanti. Visto che spesso si stigmatizza il ruolo sin troppo passivo delle imprese nel gestire la propria innovazione tecnologica, la (ventilata) scelta di LIDL è dunque un segnale interessante. Data la cronaca ormai quotidiana della geopolitica, se lo si cogliesse anche in Italia non sarebbe male.


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