Secondo il nuovo Spend Index di Soldo, le aziende italiane scelgono con più oculatezza i propri investimenti: +130% in Intelligenza Artificiale e crescita selettiva su software, servizi professionali e mobilità.
Autore: Redazione ImpresaCity
In un’Italia ancora alle prese con inflazione, pressioni fiscali e incertezza macroeconomica, le imprese sembrano aver fatto una scelta chiara: non si taglia, si cambia approccio. Piuttosto che frenare la spesa, si investe in modo più selettivo, mirato e strategico.
A dirlo è l’ultimo Spend Index di Soldo, la soluzione per la gestione proattiva delle spese, che ha analizzato i flussi di spesa di oltre 25.000 aziende tra Italia ed Europa, rilevando una trasformazione profonda e consapevole nella cultura della spesa.
Se c’è un dato che colpisce, è quello relativo all’Intelligenza Artificiale. Nel primo semestre del 2025, le grandi aziende italiane (oltre 100 dipendenti) hanno più che raddoppiato gli investimenti in AI (+130%).
Ma ciò che conta è come stanno investendo: si va oltre la fase di test. Le imprese integrano stabilmente strumenti di AI nei flussi di lavoro, puntando su assistenti virtuali, produttività, traduzione, generazione di contenuti e automazione. In dettaglio, non solo il numero di imprese che utilizzano ChatGPT è aumentato del 52% nel 2025, ma le grandi aziende stanno spendendo il 229% in più su ChatGPT nella prima metà del 2025 rispetto al 2024.
Parallelamente, la spesa per plugin e assistenti AI è aumentata del 148%, spinta soprattutto da strumenti che migliorano la produttività. Ancora, gli strumenti per la generazione di immagini e video sono aumentati del 70%, i generatori di presentazioni del 67% e quelli per trascrizione e traduzione del 21%.
La stessa logica si ritrova anche nelle altre voci di spesa:
Nonostante i costi crescenti, le trasferte aziendali sono in netta crescita: +12% la spesa complessiva in ambito T&E, con picchi del +49% nelle spese per i veicoli, +30% per noleggio auto e + 22% nelle spese per i viaggi in aziende sopra i 50 dipendenti.
A spingere questi investimenti non è solo il ritorno agli incontri in presenza, ma anche l’obbligo di tracciabilità digitale delle spese di trasferta previsto dalla Legge di Bilancio 2025.
Una nota interessante riguarda le spese ricorrenti. Nelle grandi imprese italiane sono calate del 30%, ma non per una stretta improvvisa: si tratta di una scelta consapevole, una forma di ottimizzazione dei costi. Molte aziende stanno adottando policy di spesa più rigorose: ad esempio, l’uso di carte virtuali per singoli abbonamenti, da sospendere in un click se inutilizzate. Le PMI, invece, hanno mantenuto la spesa ricorrente sostanzialmente stabile (+3%).