Cloud, l'economia di scala per la PA

Grazie all'economia di scala che può essere raggiunta con questa modalità di servizio la PA rappresenta l'ambiente privilegiato per l'affermazione del cloud

Autore: Pm

Uno dei motori trainanti la creazione, lo sviluppo e l’affermazione di erogazione di servizi in modalità cloud è il settore governativo e, in senso più lato, la pubblica amministrazione. Centralizzazione è la parola chiave che sottindende l’implementazione di una logica cloud nel settore pubblico. Cloud, quindi, come alleato naturale per la razionalizzazione, efficienza e produttività delle risorse infrastrutturali e applicative attualmente frammentate e disperse su più nodi centrali e periferici. Nella sola PA centrale vi sono più di 1000 data center di diverse dimensioni distribuiti sul territorio, che ospitano più di 20.000 server e oltre 3 milioni di punti-funzione di software proprietario, per un costo annuo complessivo per la sola gestione di 450 milioni di euro. Si può migliorare? Ovviamente sì. L’attuazione di un percorso di questo genere è una sfida non irrilevante, significa mettere nelle condizioni di accedere a dati e servizi centralmente consolidati un qualsiasi soggetto pubblico così come estendere ai cittadini la possibilità di interagire in modalità digitale con la pubblica amministrazione.
La definizione di un’anagrafe unica nazionale obiettivo dichiarato dall’Agenzia Digitale in conformità agli obiettivi europei dell’Agenda Digitale dovrebbe costituire la premessa per razionalizzare le oltre 100 piattaforme attualmente in utilizzo su tutto il territorio. Tutti obiettivi che mettono in gioco la capacità di mettere in rete gli oltre 8 mila comuni italiani con connettività a larga banda estendendo in modo capillare il sistema di connettività pubblica SPC a tutto il territorio (le due direttrici su cui si sta sviluppando il percorso cloud della PA sono associate alle due gare Consip indette nel corso del 2013: una finalizzata alla realizzazione di data center, base d’asta par 1,95 miliardi di euro per il prossimo quinquennio con obiettivi di risparmio fino a 3 miliardi di euro, l’altra finalizzata all’estensione del sistema di connettività, base d’asta 2,4 miliardi di euro, per i prossimi 7 anni).
Non esiste settore come la PA dove il cloud rifletta in modo così palese i vantaggi che possono essere generati da un’implicita economia di scala data da questa modalità di servizio. Basti pensare quale ordine di risparmio si potrebbe raggiungere se tutta l’infrastruttura di storage, networking e server attualmente decentrata venisse concentrata in pochi ed efficienti data center (nodi di convergenza unica a livello regionale per esempio) avvalendosi dei concetti tecnologici più innovativi.

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