La collaboration piace, ma l’adozione va a rilento

Uno studio condotto, a livello mondiale, da Loudhouse, per conto di Alfresco, evidenzia la necessità di disporre di strumenti integrati per la condivisione dei documenti.

Autore: Redazione Impresa City

Solamente il 18% dei dipendenti ritiene che la propria azienda possegga gli strumenti di collaborazione necessari per assicurarne una maggiore competitività. Il dato emerge da uno studio condotto su 1.600 professionisti a livello mondiale dai ricercatori britannici di Loudhouse, per conto di Alfresco.
L’esigenza più chiara che emerge dall’analisi riguarda la disponibilità di tool integrati per la condivisione di documenti, che siano di semplice utilizzo e sicuri. Il 70% delle figure decisionali constata che un numero crescente di collaboratori fa uso di strumenti di collaboration personali sul lavoro, ad esempio la mail (54%), le chiavi Usb o Cd (53%) e l’instant messaging (44%). In parallelo, il 78% degli utilizzatori professionali ritiene di dipendere in modo crescente dalla comunicazione con i clienti (57%), con i collaboratori esterni (55%) o con quelli interni (51%), stimando un’espansione del 20% della propria rete professionale nei prossimi due anni.
La maggioranza degli interpellati lamenta una certa limitatezza delle funzioni negli strumenti di gestione dei contenuti esistenti. L’84% ha evidenziato difficoltà nello scambio di file voluminosi, mentre il 44% passa troppo tempo a cercare documenti e il 38% riscontra problemi nelle versioni che si trova a gestire. I Cio più pronti e innovativi incoraggiano l’impiego di servizi di condivisione in cloud pubblici (39%) o privati (49%). Quasi la metà è anche favorevole all’utilizzo di applicazioni personali e l’87% conviene che per i lavoratori mobili sia essenziale poter condividere documenti su tablet o smartphone. Per converso, la sicurezza resta la preoccupazione primaria dei Cio, tant’è che la protezione dei documenti (56%) e quella della rete d’impresa (53%) sono fra i principali criteri di scelta.Fra gli utenti, solo il 28% giudica di lavorare con strutture It reattive di fronte all’evoluzione dei propri bisogni.

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