Microsoft, ecco come costruire i migliori cloud server

L'azienda ha deciso di rendere pubbliche attraverso l'Open Compute Project le specifiche tecniche relative ai server Windows utilizzati nei propri data center

Autore: Redazione

Microsoft sta cercando di trovare il modo per determinare un inversione di tendenza nel modo in cui viene progettata l’infrastruttura server dei data center in ambiente cloud. L’obiettivo è destabilizzare l’attuale paradigma basato su piattaforma Linux che si è imposto negli anni all’interno delle grandi infrastrutture dei service provider. E’ in questo senso che va letta la recente iniziativa che ha portato Microsoft a rendere pubbliche le specifiche dei server utilizzati nei propri data center così come del sofware di systems managment all’interno dell’Open Compute Project, progetto che tra i fondatori vede in prima linea Facebook e il cui intento è offrire una condivisione sull’inovazione tecnologica di data center in grado di rendere le infrastrutture più efficienti e meno costose.


Significa dare la possibilità a tutti coloro che vogliono creare data center efficienti di valutare il modello Microsoft Windows come alternativa al modello Linux.
Non ultimo, e forse ancor più importante, dare modo alle organizzazioni enteprise di valutare l’efficienza dell’infrastuttura server di Microsoft rispetto al modello prevalente dei data center aziendali. Estendere, quindi, l'architettura Cloud OS di Microsoft, anche al Private Cloud. Insomma, tutti coloro che vorranno implementare architetture DC basate su server Windows hanno un esempio di efficienza con cui confrontarsi.
Bill Laing, corporate vice president cloud enterprise di Microsoft, afferma che i server utilizzati nei propri DC consentono un risparmio di costi di circa il 40%, così come un risparmio del 15% in termini di efficeinza energetica e una capacità di implementazione del 50% più rapida rispetto alle architetture tradizionali. Attualmente i DC di Microsoft – scrive Laing - gestiscono più di un milione di server, offrono circa 200 servizi a oltre un miliardo di utenti a più di 20 milioni di organizzazioni sparse in tutto il mondo.  

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