Cisco scommette sull'Internet of Everything

Al Ces di Las Vegas John Chambers, Ceo di Cisco, afferma che l’IoT ha tutte le potenzialità per creare un mercato da 19 trilioni di dollari

Autore: Redazione

Al Ces di Las Vegas si ha la chiara sensazione che la new wave tecnologica del 2014 sarà caratterizzata dall’Internet of Things. I produttori di tecnologia di base e di networking stanno orientando i propri investimenti per creare i presupposti tecnologici che possano essere il fondamento per la realizzazione di nuovi dispositivi in grado di sfruttare la comunicazione wireless e Internet per interagire in una delle tante modalità che possono essere oggi immaginate in una dimensione IoT. In primis le società che si occupano di creare processori, vedi Intel, e quindi tutta l’industry del silicio che considera vi siano opportunità ancora inesplorate, e poi i vendor del networking che vedono nel nuovo fenomeno una evoluzione naturale della connettività così come sino a oggi è stata pensata.
Ne è convinto John Chambers, Ceo di Cisco, che all’electronic show di Las Vegas ha affermato che l’IoT ha tutte le potenzialità per creare un mercato da 19 trilioni di dollari. Chambers descrive un mondo popolato da oggetti intelligenti, nelle case, negli aeroporti, negli hotel, in un qualsiasi luogo. Siamo di fronte a un fenomeno, dice Chambers che non è prettamente tecnologico, ma implica un cambiamento nello stile di vita delle persone. Nel 2020 si prevede che possano essere connessi a Internet 50 miliardi di oggetti. L’internet of Things o l’Internet of Everything, afferma Kip Compton, un senior vice president di Cisco, è il più grande cambiamento dalla nascita di Internet.
Per Cisco è vitale riuscire a diversificare il proprio mercato, trovare una dimensione tecnologica che possa allargare glio orizzonti tradizionali del business del networking. Gli analisti prevedono che nel 2014 i ricavi della società possano diminuire del 5%, contrazione del business influenzata in particolare da una debolezza dei mercati emergenti e da una non brillante condizione in cui versano gli operatori delle telecomunicazioni.

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