L’Europa ancora refrattaria al Byod

Uno studio di Forrester punta il dito sull'assenza di politiche specifiche in molte aziende del Vecchio Continente. Questo si traduce in costi e perdita di controllo.

Autore: Redazione Impresa City

È inferiore al 15% la percentuale di aziende europee che ha attivato una politica specifica in materia di Byod. A rilevarlo è uno studio recentemente pubblicato da Forrester, nel quale si evidenzia anche come solo il 9% abbia incluso i tablet fra i terminali gestiti in modo integrato.
Di fatto, permane, secondo gli analisti, un forte scollamento fra chi amministra sistemi e tecnologie e chi, invece, le utilizza per il proprio lavoro quotidiano. Lo dimostra il fatto che solo il 46% dei dipendenti o collaboratori si ritiene soddisfatto degli strumenti digitali messi loro a disposizione dalle imprese. Ed è dai datori di lavoro che questi soggetti si aspettano di essere supportati nell’evoluzione verso la mobilità, tant’è che solo il 6% fra loro è disposto ad acquistare in proprio il dispositivo e il 18% potrebbe contribuire. Le percentuali sono ancora più basse (rispettivamente 4 e 15%) se parliamo di tablet.
Nelle società più avanzate, a dominare è l’approccio di tipo Cyod (Choose your own device), nel quale viene fissato un budget e una lista di terminali “graditi” fra i quali i collaboratori possono scegliere quello da utilizzare per il lavoro. Una certa diffusione è registrata anche per la logica del “cavallo da corsa”, che consiste nel determinare per ogni tipologia d’impiego il terminale più adatto e acquistare dispositivi e applicazioni dedicati.
Secondo Forrester, lo stato delle cose rilevato in Europa si deve essenzialmente a tre fattori: la sfavorevole fiscalità per il Byod, la complessità normativa e il costo delle trasmissioni mobili dei dati.

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