Congiuntura Confcommercio: quadro resta debole e incerto

Pil -0,4% congiunturale, inflazione in aumento (+6,6% su base annua). Consumi in recupero ma ancora sotto del 10,4% rispetto a livelli pre-crisi. Auto -40% ad aprile.

Autore: Redazione ImpresaCity

Ad aprile 2022 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala un incremento, su base annua, del 13,1%, in moderato miglioramento rispetto alla variazione di marzo (tab. 2). Anche nell’ultimo mese il confronto ha risentito delle diverse condizioni in cui hanno operato le imprese nel 2021 e nel 2022, situazione che ha portato ad una variazione del 68,3% della domanda relativa ai servizi. Per quanto riguarda i beni il confronto con aprile 2021 indica un aumento dello 0,7%.
Anche nel secondo trimestre dell’anno il quadro congiunturale dell’economia italiana risulta caratterizzato da elevata incertezza, conseguenza delle difficoltà attraversate da diversi comparti della manifattura e dal perdurante vuoto di domanda per alcuni segmenti di consumo.
Se il testimone della ripresa starebbe passando dall’industria ai servizi, in particolare quelli turistici, tale processo di transizione non è privo di intoppi. L’elevata inflazione al consumo ne depotenzia, comunque, la portata. Allo stato attuale le famiglie confermano l’orientamento al recupero di livelli di consumo e di stili di vita precedenti alla pandemia, con una parte della spesa sostenuta dai risparmi accumulati nel 2020 e, in parte, nel 2021.
Nel confronto con aprile 2021, l’ICC registra una variazione del +13,1%, sintesi di una crescita del 68,3% per i servizi e dello 0,7% per i beni. Rispetto allo stesso mese del 2019 la domanda, nel complesso, è ancora mediamente inferiore del 10,4% in termini reali, con i servizi legati al turismo che, pur in graduale recupero, segnalano una distanza significativa rispetto ai livelli pre-crisi.Anche i dati destagionalizzati confermano come, pur in presenza di positivi miglioramenti della domanda per i servizi, a livello complessivo i consumi delle famiglie, nella metrica dell’ICC, continuino a registrare un andamento non particolarmente espansivo.
Se le stime preliminari indicano un calo del PIL nel primo trimestre (-0,2% congiunturale) più contenuto rispetto alle attese, la stasi registrata dalla produzione industriale a marzo, dopo il rimbalzo di febbraio, e le prime indicazioni di un calo ad aprile, portano a guardare con una certa prudenza all’evoluzione nei mesi primaverili, nonostante i progressi registrati nel primo trimestre sul versante dell’occupazione. In base alle nostre stime, infatti, anche a maggio il PIL è in contenuto ridimensionamento (-0,4% su aprile), valore che comporterebbe una variazione su base annua del 3,7%.
L’inflazione, dopo il rallentamento registrato ad aprile, determinato in larga parte dall’adozione di misure fiscali di contenimento dei prezzi al consumo dei beni energetici, è attesa mostrare nel mese di maggio una nuova accelerazione. Rispetto ad aprile si stima un incremento dello 0,4%, con una variazione del 6,6% su base annua.

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