Il Byod funziona in Italia, ma la sicurezza preoccupa

Vanson Bourne ha realizzato, su commissione di Samsung, una ricerca sull’adozione di politiche legate alla mobilità.

Autore: Redazione Impresa City

Il Byod funziona, laddove sono state definite regole e politiche adatta a favorirne lo sviluppo. Il dato emerge da una ricerca condotta da Vanson Bourne, su commissione di Samsung e svolta in otto paesi europei, fra i quali anche l’Italia.
Dati incoraggianti arrivano proprio dallo spaccato delle aziende interpellate nel nostro Paese (con dimensione dai mille dipendenti in su). Coloro che hanno favorito la diffusione del Byod hanno potuto riscontrare, nel 28% dei casi, un aumento della produttività sul lavoro e nel 26% un maggior coinvolgimento dei dipendenti. Più in generale, lo studio lascia intendere che una corretta gestione del Bring your own device porti anche a una riduzione dei costi di comunicazione (voce e dati), stimata in un 17% su base annua, corrispondente a un valore di 7 milioni di euro per azienda.
Il lato oscuro della mobilità personale accolta in azienda resta legato alla sicurezza. Il 94% dei Cio italiani, infatti, ha espresso preoccupazioni su questo fronte, mostrando però una consapevolezza non seguita da un puntuale aggiornamento delle policy aziendali, tant’è che solo il 17% ha già provveduto e un altro 10% ha in programma di adeguarsi a breve. In questo, l’Italia appare in linea con il resto d’Europa, dove gli spagnoli sono coloro che hanno mostrato il maggior livello di inquietudine e i francesi, al lato opposto, hanno tradito la maggiore fiducia.
Secondo i risultati della ricerca, anche il settore di mercato influisce sulla propensione ad essere più o meno preoccupati: oltre la metà dei decisori It operanti nel settore dei servizi finanziari (55%) considera il Byod come una minaccia alla sicurezza dei dati aziendali, percentuale che scende leggermente nel caso dei settori retail, distribuzione e trasporti (44%) e manifatturiero (42%).

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