Confcommercio su inflazione: valori di altri tempi, situazione non risolvibile nel breve periodo

Confcommercio: "A questo andamento, come era prevedibile, hanno contribuito essenzialmente gli aumenti della componente energetica".

Autore: Redazione ImpresaCity

"Come largamente atteso la stima preliminare della variazione dei prezzi di gennaio porta l’inflazione a ridosso del 5%. Valori di altri tempi, con i quali le famiglie e le imprese devono, comunque, confrontarsi". È il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat sull'inflazione.
"A questo andamento – continua la nota –, come era prevedibile, hanno contribuito essenzialmente gli aumenti della componente energetica a cui si cominciano ad associare tensioni nell’alimentare, causa materie prime, e nei servizi di alloggio e nella ristorazione, in cui la componente energetica costituisce una frazione rilevante dei costi d’esercizio delle imprese. Questa situazione difficilmente si risolverà nel breve periodo. L’inflazione acquisita è già al 3,4% per l’anno in corso che, in media, potrebbe esibire una variazione dei prezzi superiore al 4%".
"L’unico elemento positivo – conclude – l’Ufficio Studi è rappresentato dalla tenuta dell’inflazione di fondo, che si mantiene in Italia su valori contenuti (+1,5% nel confronto annuo), e mostra anche nel complesso della UEM una dinamica non particolarmente espansiva (+2,5%), fattore che lascia immaginare un’uscita molto graduale dalla politica dei bassi tassi d’interesse. Nel frattempo, bisognerà valutare quanto l’incrocio tra maggiore inflazione e minore fiducia comprimerà i consumi delle famiglie via compressione del potere d’acquisto della ricchezza detenuta in forma liquida, con riflessi sfavorevoli sulla dinamica complessiva dell’attività economica".

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