La sfida di HP per il networking del futuro

La strategia per avviare un percorso di trasformazione delle attuali infrastrutture di networking e permettere una gestione state of the art del data center

Autore: Piero Macrì

Server e storage hanno conosciuto negli anni un profonda rivisitazione tecnologica. La virtualizzazione ha definitivamente imposto una diversa impostazione architetturale. in grado di generare più efficienza, migliore operatività, riduzione generalizzata dei costi creando i presupposti per il passaggio a un IT as a service. “La dimensione poco o nulla contaminata dall’ondata di innovazione tecnologica del data center – afferma Mike Banic, vice president global marketing networking di HP - è stata quella del networking e questo costituisce un limite che deve essere superato".
Nell'opinione di Banic la corporate cloud, privata o pubblica, e la pressione cui è soggetta l’infrastruttura di networking in virtù di nuove applicazioni e servizi, determina una richiesta di elasticità nella gestione del traffico e una migliore risposta in termini prestazionali e di quality of service. "Il networking del mondo enteprise non appartiene più al mondo del client-server, aggiunge Banic. Le problematiche di gestione del workload e della differente allocazione di banda, prioritarizzazione del traffico e riduzione dei tempi di latenza, devono oggi essere risolte con una diversa concezione del networking". Quale? Quella che trae ispirazione dal Software Defined Networking, o SDN, un’architettura di networking che consente un disaccoppiamento logico-fisico tra il data layer e il control layer. Con SDN significa, in definitiva, risolvere la complessità attraverso la stessa logica di astrazione con cui è stata concepita l’evoluzione di server e storage. I driver all’affermazione di un nuovo modello di networking (Fonte ONF) sono quelli di fatto enunciati dall’Open Networking Foundation:  Hp, Ibm, Cisco, Brocade, VmWare, e una nuova generazione di aziende, si pensi a Big Switch, hanno fatto propria questa esigenza e stanno mettendo a punto la tecnologia che servirà a cambiare definitivamente l’assetto delle infrastrutture di rete. Un movimento che ha come punto di convergenza OpenFlow, il protocollo Open Source nato alla Stanford University, dal quale sono scaturite tutte le iniziative. 
A questo proposito è utile riportare la descrizione di SDN così come definita dall’Open Networking Foundation:

Software-Defined Networking (SDN) is an emerging architecture that is dynamic, manageable, cost-effective, and adaptable, making it ideal for the high-bandwidth, dynamic nature of today's applications. This architecture decouples the network control and forwarding functions enabling the network control to become directly programmable and the underlying infrastructure to be abstracted for applications and network services. The OpenFlow™ protocol is a foundational element for building SDN solutions. The SDN architecture is: Mike Banic sottolinea il ruolo da protagonista che HP sta interpretando in questa dimensione tecnologica. “E’ un progetto evolutivo su cui stiamo lavorando dal 2008 e riteniamo di avere nei confronti delle altre aziende un vantaggio competitivo. L’intera architettura di rete deve essere programmabile e l’intera nostra proposta basata su OpenFlow va in questa direzione".
Ma non va dimenticato che la trasformazione del networking in un’ottica SDN obbliga a un rinnovamento dell’intero assett infrastrutturale: switch, router, le reti corporate così come quelle dei service provider dovranno fare posto a una nuova generazione di sistemi OpenFlow.
Per HP significa anche aprirsi un diverso modello di go to market ben enfatizzato dall’App Store in stile marketplace, previsto a partire dal 2014, in cui confluiranno tutta una serie di applicazioni sviluppate da HP o partner attraverso l’opportuno SDK, quest'ultimo disponibile il prossimo novembre. “Il nostro ruolo – dice Banic - sarà sia a livello software che hardware. OpenFlow è un open standard. L’agilità e l’automazione che riusciamo ad avere con soluzioni SDN sono elementi centrali per rendere disponibile un cloud network, privato o pubblico. È un importante pazzo per il delivery del completo stack tecnologico dell’IT as service”.
In definitiva, attorno all'SDN HP vuole creare un vero e proprio ecosistema collaborativo e il Developer Kit insieme all'App Store - conclude Banic - costituiscono il modo più efficace per dare ai clienti e ai partner l'opportunità di acquistare e installare i servizi di networking di nuova generazione.

Nel video che qui proponiamo un interessante contributo su OpenFlow e SDN da parte di Dan Pitt, executive directo dell'Open Networking Foundation.






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