Studio: l’isolamento sociale incide sulle performance lavorative dei manager

Da un'indagine del Centro Studi Performance di 4 MAN Consulting su 500 manager, emergono disagi e difficoltà. Roberto Castaldo (CEO & Founder 4 MAN): "Importante intervenire al più presto, modificando la routine in 10 semplici step, o conseguenze serie per l'attività e i dipendenti".

Autore: Redazione ImpresaCity

La pandemia da Covid19 ci ha spinto a rivedere i nostri rapporti sociali. Niente più abbracci, pacche sulla spalla, baci o semplici strette di mano. Questi sono stati i mesi del distanziamento sociale, delle mascherine, della chiusura dei luoghi di aggregazione. Per la propria sicurezza e per quella degli altri, abbiamo dovuto ridurre al minimo il numero delle persone incontrate, azzerando completamente il contatto fisico. Questa situazione ha creato profondi disagi in moltissime persone, ma forse si sta sottovalutando l'effetto che si ha anche a livello lavorativo, soprattutto ai livelli dirigenziali.
Secondo una ricerca condotta su 500 manager dal Centro Studi Performance di 4 MAN Consulting, società di consulenza aziendale specializzata in performance management fondata da Roberto Castaldo, chi siede ai vertici di un'azienda soffre la situazione in modo accentuato. A questo senso di solitudine e isolamento si aggiunge la consapevolezza che nelle proprie mani è anche il destino di tutti i propri collaboratori, con il timore che un passo falso in questo momento potrebbe compromettere anni e anni di lavoro.
Dallo studio emerge un aumento del 32% della difficoltà di concentrazione tra gli intervistati, del 17% di problemi organizzativi, come se non si fosse più in grado di gestire il lavoro, e del 15% di crisi da "paura da fatturato", cioè il timore di chiudere l'anno con un deficit ingestibile e impossibile dal colmare, che talvolta sfocia in vera e propria demotivazione (+6%) e il desiderio di mollare tutto. Circa 1 su 2 lamenta disturbi del sonno, 2 su 3 si sentono stanchi e spossati.
"Si tratta di persone che sono sempre sotto pressione, che lavorano 12 ore al giorno (spesso anche di più) e che ora stanno vivendo uno stravolgimento della sfera sociale e personale, quella in cui cercavano rifugio dallo stress lavorativo e dalla paura del cosiddetto rischio di impresa. - Spiega Roberto Castaldo - Questa sorta di alterazione emotiva, però, è tutt'altro che sana, e se non si interviene in modo tempestivo può diventare qualcosa di più serio, compromettendo la salute del manager, ma anche la sopravvivenza dell'attività imprenditoriale stessa e, di conseguenza, il futuro di tutti i dipendenti".

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