Sono passati ormai nove mesi dall’annuncio di Dell di voler uscire dalla quotazione in Borsa. L’acquisto delle azioni disseminate sul mercato è stata oggetto, da allora, di
un braccio di ferro che ha contrapposto il fondatore della società,
Michael Dell, all'azionista e finanziere
Carl Icahn.
Il duello è ora giunto al termine con il ritiro di quest’ultimo e la conseguente vittoria dell’
unica proposta rimasta sul campo, ovvero quella di Dell e del fondo Silver Lake, che offre 13,75 dollari per azione più 13 centesimi di dividendo speciale.
La rinuncia, tuttavia, è stata accompagnata da una
lettera agli azionisti nella quale Icahn ribadisce di giudicare troppo bassa l’offerta del fondatore e paragona il suo comportamento a quello di un “
dittatore”, accusato di agire “
come Vladimir Putin” nell’influenzare il comportamento del comitato di direzione incaricato di esaminare le opzioni sul capo. Icahn ha sottolineato come Dell paghi “
il 70% in meno del picco di valore delle azioni, arrivato a 42,38 dollari, impedendo agli azionisti di beneficiare dei frutti del potenziale intrinseco alla società”.
L’investitore miliardario ritiene di non avere chance nella contesa e si ritira, dunque, a brevissima distanza dalla riunione del
comitato che si pronuncerà sul futuro della società. A questo punto, Michael Dell avrà campo libero per avviare una
riorganizzazione basata sull’uscita dalla quotazione in Borsa e sulla riduzione della dipendenza dai pc, a vantaggio di uno spostamento progressivo verso i servizi.