Red Hat, Openshift è la riposta Kubernetes per il mondo cloud native

Kubernetes sta vivendo un momento di forte affermazione e Red Hat Openshift è la versione enterprise di riferimento. Natale Vinto, Principal Product Marketing Manager, Red Hat OpenShift presenta i più recenti annunci del vendor Open Source Enterprise annunciati a KubCon, la conferenza virtuale tenutasi la scorsa estate

Autore: Barbara Torresani

Red Hat e Kubernetes, un binomio di successo. L’occasione per fare il punto sul tema è stata l’edizione estiva di KubCon, la conferenza di riferimento per il mondo Kubernetes in cui Red Hat ha annunciato importanti novità. Andata in scena in virtuale lo scorso agosto, visto il particolare momento, la conferenza organizzata dalla fondazione indipendente Cloud Native Computing Foundation (CNCF), che ogni anno si svolge fisicamente in Europa, Nord America e Cina, in questa edizione ha registrato la partecipazione di circa 18 mila utenti remoti, rappresentando a tutti gli effetti il punto di incontro per collaboratori, industry, community e vetrina principale del settore dove confrontarsi sul tema e annunciare le novità più rilevanti. 
Natale Vinto, Principal Product Marketing Manager, Red Hat OpenShift
Da sempre Diamond sponsor, Red Hat ha messo in scena le ultime novità aziendali, segnando ancora una volta il passo nel mercato. Il vendor infatti ha abbracciato Kubernetes sin dal primo rilascio nel 2015 e oggi è uno dei top contributor insieme a Google.  
E’ Natale Vinto, Principal Product Marketing Manager, Red Hat OpenShift, a descriverle nel dettaglio oggi che sono disponibili, contestualizzandole in uno scenario fortemente innovativo e moderno, in cui Kubernetes è alla base delle applicazioni cloud native e rappresenta un segmento di mercato che corre veloce: si pensi che nel 2019 si è registrato un incremento del 78% delle aziende che lo hanno utilizzato in produzione. I dati, tratti da un report della fondazione indipendente CNCF, evidenziano come oggi Kubernetes sia presente in maniera rilevante nelle produzioni applicative delle aziende: “Il mercato è veramente in fermento: le applicazioni moderne cloud-native sviluppate per essere eseguite su molteplici e differenti cloud sono spesso gestite da Kubernetes considerato oggi come il nuovo application server, il contenitore di applicazioni che sta letteralmente mangiando i software di gestione dei container”, afferma Vinto.

Il pilota delle applicazioni
Nello specifico, Kubernetes è un software open source concepito per gestire una grande mole di applicazioni, e deriva dal greco κυβερνήτης che significa pilota o governatore: il senso di questo software è infatti quello di ‘governare’ le applicazioni, proponendosi come la piattaforma di riferimento per la gestione del ciclo di vita delle applicazioni moderne containerizzate. Kubernetes gestisce appunto le applicazioni containerizzate e i container rappresentano una metodologia software per ‘impacchettare’ed eseguire le  applicazioni che aderiscono a standard aperti e sono open source. Uno standard quindi a cui il mondo IT fa sempre più riferimento, senza vincoli e loyalty a cui rispondere, concepito nella logica di sviluppo libero e open tipico delle community open source.
"I container rappresentano un'alternativa agile e interoperabile alla virtualizzazione in quanto riescono a essere più ubiqui e portabili e, soprattutto, perché  sono aperti e open Source. Sono una funzionalità consolidata all'interno del sistema operativo Linux, su cui sono presenti da oltre 15 anni, rappresentando una tecnologia oggi matura”, prosegue Vinto.

Le applicazioni moderne ‘containerizzate’ sono riconosciute come cloud native, in quanto predisposte per essere eseguite più su più cloud senza vincoli di un particolare server o particolare cloud pubblico e sono ubique e portabili. Oggi le applicazioni Kubernetes sono largamene utilizzate nel settore bancario per le web app e i siti web, dagli e-commerce in alta affidabilità, dai sistemi critici telco e nei dispositivi IoT: “Oggi Kubernetes è il progetto Open Source più utilizzato al mondo; è ovunque e le aziende traggono beneficio da questa sua estrema ubiquità e flessibilità,” rimarca Vinto.
Il vantaggio di essere ‘cloud native’ risiede nel favorire possibile un rilascio più veloce del prodotto, nell’aumentare la qualità del servizio ma anche in una riduzione del rischio in quanto si riescono ad automatizzare le operazioni rendendo il processo di gestione del ciclo di vita delle applicazioni, e quindi anche dei prodotti, molto più fluido.
In questo disegno Red Hat fornisce la sua versione di Kubernetes denominata Openshift a supporto delle applicazioni cloud native ma anche delle applicazione tradizionali, di funzionalità di Intelligenza Artificiale e Machine Learning, nonché Big Data e Analytics e IoT in un disegno sempre più hybrid cloud che favorisce l’esecuzione delle applicazioni in modo ubiquo e trasparente.
“I clienti scelgono Red Hat Openshift perché è un Kubernetes di livello Enterprise; una versione di software open source supportata che gestisce la creazione di applicazioni e fornisce un'esperienza unificata su tutti i cloud in modo trasparente. Un valore aggiunto per gli sviluppatori per creare le applicazioni ma soprattutto per rilasciarle e pubblicarle riducendo il​ time to market”, dichiara Vinto.
Poste Italiane è un esempio di cliente virtuoso che ha scelto Red Hat Openshift nel suo processo di Digital Transformation in logica cloud native così come la municipalizzata BrianzAcque che l’ha adottato per monitorare la qualità delle acque del territorio di Monza-Brianza.


Gli annunci Red Hat a KubCon
In concreto, tre i principali annunci fatti da Red Hat nel corso di KubCon:  Advanced Cluster Management for Kubernetes, uno strumento per la gestione multi cluster e multicloud di Kubernetes; la possibilità di gestire la virtualizzazione on top a Kubernetes, quindi ai container; nuove funzionalità per portare Kubernetes all’edge quindi nel mondo IoT, segnando un progresso nella direzione dell’IoT Enterprise. Vediamo più in dettaglio. La nuova offerta Red Hat Advanced Cluster Management per Kubernetes di gestione federata dei cluster facilita la conformità grazie all'applicazione centralizzata dei criteri e libera i reparti IT tramite la distribuzione self-service che smista automaticamente le applicazioni. Red Hat Advanced Cluster Management per Kubernetes è stato progettato per aiutarele aziende ad estendere e scalare ulteriormente Red Hat OpenShift in ambienti ibridi e multicloud, consentendo loro di gestire più cluster Kubernetes e di distribuire applicazioni multi-cluster su cloud ibridi, garantendo al contempo policy e governance.
Red Hat Advanced Cluster Management for Kubernetes supporta le organizzazioni nel loro viaggio di containerizzazione, aiutandole nella gestione di cluster multipli e fornendo funzionalità pronte per il futuro, come l'applicazione delle politiche e i controlli di governance. La soluzione aiuta ad eliminare queste barriere alla gestione nativa del cloud in ambiente ibrido, fornendo un’unica console per amministrare i cluster di Kubernetes - da Red Hat OpenShift distribuito on-prem e nel public cloud, fino ai cluster di fornitori di cloud pubblici come Amazon Web Services, Google Cloud, IBM e Microsoft Azure.
Dal datacenter all’edge e oltre, Red Hat Advanced Cluster Management per Kubernetes consente alle organizzazioni di scalare le applicazioni native del cloud dallo sviluppo alla produzione attraverso il cloud ibrido, tutte gestite da un unico punto di controllo.

L’ultima versione di Red Hat OpenShift 4.5 oggi include la disponibilità generale di OpenShift Virtualization, progettata per aiutare le organizzazioni ad abbattere le barriere applicative tra le infrastrutture tradizionali e quelle native del cloud ed estendere il controllo sulle risorse distribuite.
Presentata per la prima volta al Red Hat Summit 2020 come preview tecnologica, OpenShift Virtualization è ora disponibile e inclusa in Red Hat OpenShift senza costi aggiuntivi. Derivata dal progetto open source KubeVirt, OpenShift Virtualization permette alle aziende di sviluppare, distribuire e gestire applicazioni composte da VM, container e serverless, il tutto in un'unica moderna piattaforma Kubernetes

Un futuro ‘ai margini’ alimentato da dati, 5G, container Linux e Kubernetes: la prossima generazione di applicazioni cloud ibride non si limita a un data center aziendale o a un'implementazione cloud pubblica: queste innovazioni esisteranno invece almeno in parte ai margini delle reti globali, rispondendo alle richieste dei consumatori e risolvendo le sfide di business con la potenza che deriva dall'elaborazione e dall'analisi quasi in tempo reale.
Con il nuovo annuncio Red Hat porta le capacità enterprise di Kubernetes ai margini della rete con Red Hat OpenShift, per aiutare le aziende ad adottare strategie di edge computing basate su una dorsale cloud ibrida aperta. Le nuove funzionalità di Red Hat OpenShift e Red Hat Advanced Cluster Management per Kubernetes consentono di gestire workload edge impegnativi, come l'uso di intelligenza artificiale (AI) e machine learning (ML) nella produzione industriale, con la possibilità di gestire ed estendere ambienti cloud ibridi in modo più fluido da un unico punto di controllo.
Il  viaggio della versione Kubernetes targata Red Hat prosegue da  qui.

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