Unimpresa, Italia fanalino di coda sui prestiti garantiti

Il consigliere nazionale di Unimpresa, Marco Salustri: "Bisogna ammettere che i decreti, promulgati fino ad ora, non hanno contenuto alcun aiuto concreto e nessun sostegno reale alle imprese,  perché, di fatto, nulla agevolano. Sono una cura palliativa del dolore, somministrata ad un paziente ormai in fin di vita".

Autore: Redazione ImpresaCity

"Italia fanalino di coda, nel panorama europeo, sui prestiti con garanzia pubblica: in Francia, a metà aprile, quando nel nostro Paese la macchina dei finanziamenti con paracadute non era ancora in moto, erano già state sbloccate 150.000 pratiche, in Spagna 44.000, in Germania 10.000 e in Gran Bretagna 6.000".
È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale dentro i nostri confini, invece, solo il 5 maggio, le richieste complessive esaminate dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese erano arrivate a quota 90.000: di queste, 70.000 si riferiscono a finanziamenti fino a 25.000 euro e le restanti 20.000 a operazioni fino a 800.000 euro. Sono soltanto 170, invece, le operazioni avviate con garanzia Sace (oltre 800.0000 euro), ma quelle autorizzate sono solo tre.
«Sembra più facile fare vacue promesse che rimboccarsi le maniche, come hanno fatto i nostri colleghi europei. In Germania, infatti, sono stati erogati aiuti alle imprese con grande speditezza dal 4 aprile, in Francia dal 19 marzo e negli Stati Uniti è  stato attuato il Paycheck protection program (PPP), che prevede forme di finanziamento immediato alle imprese in difficoltà» commenta il consigliere nazionale di Unimpresa, Marco Salustri, secondo il quale «i Paesi alleati hanno un fattore in comune: l’azzeramento totale o quasi di burocrazia. In un contesto, come quello nostro, proprio la burocrazia, ogni giorno che passa,  determina la morte di qualche impresa».
Secondo il report di Unimpresa, le 90.000 domande al Fondo centrale di garanzia “valgono” 5,4 miliardi di euro: le 70.000 domande per i prestiti fino a 25.000 euro valgono 1,5 miliardi di euro, mentre le 20.000 richieste fino a 800.000 euro ammontano a 3,9 miliardi.
Per quanto riguarda Sace, il totale delle 170 istruttorie esaminate si riferiscono a richieste di prestiti per complessivi 12,5 miliardi. In Italia le garanzie pubbliche valgono 210 miliardi. In Gran Bretagna sono già stati erogati 1,1 miliardi di euro di finanziamenti garantiti, in Francia le operazioni sbloccate ammontano complessivamente a 22 miliardi. La Francia ha messo a disposizione garanzie per 300 miliardi, la Spagna per 100 miliardi, la Germania per 822 miliardi; in Gran Bretagna, vengono concessi fino a 5 milioni di sterline con garanzia pubblica concessa dal governo all’80% alle piccole e medie imprese che fatturano fino a 45 milioni di sterline.
«Le imprese non si aiutano a parole, ma con fatti concreti, in grado di produrre risultati nell’immediato futuro. Il governo starebbe lavorando ad un differimento dei versamenti, sospesi per i mesi di marzo, aprile e maggio, per le varie imposte dirette e indirette, al 16 settembre 2020 o in “comode” rate mensili, fino a dicembre 2020. Inoltre, si apprende, con stupefatto interesse, che l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i termini delle attività degli enti Impositori è solo sospesa, per circa 84 giorni, quindi non annullata. Dove sarebbe l’aiuto concreto tanto annunciato dal Governo?» si chiede ancora il consigliere nazionale di Unimpresa convinto che «le imprese italiane hanno bisogno di un supporto finanziario importante e di una reale riduzione delle imposte, oggi più che mai» conclude Salustri.

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