Dell EMC PowerStore: lo storage si fa convergente

Con Dell EMC PowerStore nasce una linea di prodotti in cui lo storage si integra strettamente con la virtualizzazione. Pensando a vari profili di utilizzo.

Autore: f.p.

Dalla lontana unione tra Dell ed EMC, e dalle loro varie acquisizioni, è nata nel tempo una offerta storage piuttosto ampia. Ora Dell ha provveduto a mettervi ordine. Nel contempo dando vita ad una linea di storage di nuova concezione. Battezzata Dell EMC PowerStore. E posizionata, se consideriamo le sue caratteristiche da storage "puro", nella fascia midrange.

A prima vista l'impostazione delle unità Dell EMC PowerStore è abbastanza classica. Si tratta di sistemi 2U con un doppio controller per i dischi. O meglio per le unità SSD, dato che Dell EMC punta decisamente sulle potenzialità dei sistemi all-flash NVMe. Il numero dei dischi installabili in ogni sistema varia da 6 a 96, le unità possono poi essere organizzate in cluster la cui capacità grezza varia tra 11,5 TB e 3,6 PB. Per avere prestazioni più elevate, il design delle nuove unità prevede il supporto per gli SSD Intel Optane e per connessioni Fibre Channel o Ethernet a larga banda. Rispettivamente 32 e 25 Gbps.

I dati di targa indicano che i nuovi sistemi Dell EMC PowerStore sono un bel passo in avanti rispetto allo storage midrange Dell EMC di generazione precedente. Con prestazioni sette volte superiori in I/O, secondo il produttore. Il loro merito è anche quello di rendere più chiara l'offerta Dell EMC della fascia media. Impostandola di fatto in tre livelli: i PowerStore come offerta principale, la linea Unity come proposta d'ingresso, i sistemi Isilon per la parte NAS.
L'innovazione più importante che viene introdotta con i Dell EMC PowerStore riguarda però caratteristiche che non sono prettamente storage. Le nuove unità sono di fatto appliance iperconvergenti, che non vengono presentate in questo modo perché Dell EMC le focalizza sulla conservazione dei dati e sulla loro elaborazione, non sul computing in generale.

Lo storage sposa i container

In un certo senso i sistemi Dell EMC PowerStore concretizzano una visione dello storage "potenziato" da edge computing. L'idea di fondo è dare agli array di storage la possibilità di eseguire workload che elaborano i dati che gli array stessi custodiscono. Senza inviare questi dati ad altri server, ma mantenendo tutto in locale. Questo è possibile integrando negli array le tecnologie di VMware per la virtualizzazione.

In estrema sintesi, una unità Dell EMC PowerStore integra una architettura software a container, battezzata PowerStoreOS. Questa può essere eseguita direttamente bare-metal, offrendo il vantaggio di scomporre in microservizi indipendenti alcune funzioni di gestione dello storage. Che così guadagnano in prestazioni ed affidabilità. Inoltre, PowerStoreS può dialogare direttamente con piattaforme di virtualizzazione e automazione. Da Kubernetes ad Ansible. Passando ovviamente per il mondo VMware.

I sistemi Dell EMC PowerStore acquistano potenzialità ancora maggiori se PowerStoreOS non è eseguito direttamente dall'hardware ma attraverso un hypervisor. Naturalmente VMware ESXi. Così facendo PowerStoreOS opera all'interno di una macchina virtuale e può essere affiancato da altre applicazioni eseguite altrettanto come macchine virtuali. Una funzione che è stata denominata AppsON.
Una unità Dell EMC PowerStore con AppsON si comporta come una appliance iperconvergente. Anche per questo i nuovi sistemi hanno a bordo processori e memoria di tutto rispetto. Le CPU sono quattro Intel Xeon in configurazioni che vanno da 32 a 112 core per appliance. La RAM a bordo va da 384 a 2.560 GB. La distinzione tra un sistema di storage con questa concezione e una appliance generica sta principalmente nella filosofia di utilizzo.

Idealmente, AppsON dovrebbe supportare applicazioni virtualizzate per gli analytics dei dati a bordo. Oppure applicazioni che Dell EMC definisce infrastrutturali, come i controlli anti-malware o i software di monitoraggio. Dato poi che tutto si basa su tecnologia VMware, si può anche immaginare una architettura distribuita in cui i workload si replicano e si spostano a piacimento tra vari nodi. Usando le normali piattaforme di gestione VMware.

Si aprono così possibilità interessanti in ambito edge computing. Un sistema Dell EMC PowerStore potrebbe fare da nodo di elaborazione e soprattutto analytics in una sede decentrata. Collaborando con altri nodi decentrati e con un sistema centrale in una analisi dei dati distribuita. Non siamo ancora ai livelli del micro data center (che non è solo computing e storage) ma ci avviciniamo. Ad esempio, in caso di necessità si potrebbero "delegare" velocemente allo storage array compiti che - per qualche motivo, magari un guasto - non possono più essere eseguiti dai server locali o centrali. A tutto vantaggio della continuità.

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