L’architettura Power diventa aperta

Ibm vuole provare a ridare fiato alla propria architettura Power, scegliendo la strada della progressiva apertura. Per questo è stato creato il consorzio OpenPower, al quale finora hanno aderito Google, Nvidia, Mellanox e Tyan. L’intento è di estendere le opportunità di utilizzo ad altri costruttori interessati, per ottenere lo sviluppo di nuove tecnologie in materia di data center, reti e storage.
Il firmware Power verrà dunque proposto dal nuovo consorzio in open source, per consentire la creazione di processori o componenti di nuova concezione, orientati verso nuovi mercati o segmenti emergenti, a cominciare dal cloud computing, oggi dominato dalle architetture x86. Ibm vuole così provare a rivitalizzare una divisione da qualche tempo in evidente difficoltà, tanto da aver segnato un calo del 25% nel giro d’affari nell’ultimo trimestre.
Uno dei primi risultati destinati a scaturire dall’alleanza sarà l’integrazione dell’unità grafica Cuda di Nvidia nell’architettura Power. A parte Google, gli altri misconosciuti membri del consorzio sono la taiwanese Tyan, che dovrebbe presto rilasciare un server a base Power8 (di prossimo annuncio) alternativo ai modelli x86. Mellanox, invece, è uno specialista di soluzioni di reti e storage. Altri partner potrebbero entrare nell’alleanza nei prossimi mesi.
La scommessa di Ibm e degli altri vendor consorziati in OpenPower è di trovare spazio in un mercato dove non solo Intel e Amd, ma anche nuovi attori come Arm stanno attirando l’attenzione per la gestione delle transazioni cloud più rapide, come le ricerche sul Web o i flussi legati ai social media. Big Blue punta sull’affidabilità e sulla longevità per cercare la propria dimensione.