Chi vince e chi perde nel cloud infrastrutturale

Per Canalys il cloud infrastrutturale sta diventando una partita a due tra AWS e Microsoft. Con i piccoli provider IaaS che devono pensare al loro futuro.

Autore: f.p.

Un mercato che cresce come probabilmente nessun altro delle stesse dimensioni e importanza. Per toccare, nel 2019, quota 107 miliardi di dollari. Ma che si sta consolidando intorno ai suoi attori principali. Segno che la concorrenza c'è, probabilmente però non ai livelli che sarebbe opportuno aspettarsi. È il ritratto del mercato del cloud infrastrutturale che deriva dalle cifre di Canalys. Secondo cui tutti gli operatori crescono, e con buone percentuali. Ma i big crescono decisamente di più.

Le stime Canalys indicano che il cloud infrastrutturale ha un tasso di crescita ancora molto elevato. Si tratta del +37% sia nell'ultimo trimestre 2019 sia per tutto l'anno. Cambia qualche decimo di punto percentuale, ma la sostanza è la medesima. Una crescita elevata spinta, secondo gli analisti, dalla digitalizzazione. Le aziende sviluppano nuove applicazioni e nuovi servizi digitali. Inoltre devono analizzare quantità sempre crescenti di dati. Per fare tutto questo servono potenza di calcolo e storage. Il cloud infrastrutturale soddisfa, almeno parzialmente, queste esigenze.

È un trend di crescita che, secondo Canalys, spingerà il mercato anche nel prossimo futuro. La previsione per questo 2020 è di un +32% che lo porterà a quota 141 miliardi di dollari. Nel 2024 la previsione è di oltre un raddoppio, a 284 miliardi.
Tutto bene quindi? Sì, ma con questi tassi di crescita il mercato potrebbe essere più dinamico. Invece va concentrandosi intorno a chi ha già posizioni di primo piano. Il riferimento è ovviamente ad AWS, che si mantiene intorno al 32-33% di market share. E cresce praticamente come il mercato complessivo, solo leggermente meno. Per l'azienda che di fatto ha generato il boom del cloud infrastrutturale, sono cifre molto interessanti. Chi guida un mercato, di solito, un po' deve rallentare.

Un elemento importante a favore di AWS è che il distacco rispetto alla concorrenza è già sensibile. Dopo AWS c'è Microsoft con Azure, che nel 2019 è salita al 17-18% di market share. Poi, ben distanziati, ci sono Google al 6% e Alibaba al 5-6%. Uno scenario che non sorprende chi ha seguito il mercato cloud in questi anni. Azure sfrutta la forza di mercato di Microsoft, che ha puntato sulla parte SaaS ma che sta registrando sviluppi interessanti anche lato infrastrutturale. Appare l'unica in grado, nel medio termine, di dare fastidio ad AWS.

Google ed Alibaba sono più indietro e hanno caratteristiche per cui il confronto con AWS e Microsoft si fa difficile. La Google Cloud Platform è tecnologicamente molto valida ma solo da poco viene spinta con decisione e metodo al mercato delle grandi imprese. Alibaba può contare sul mercato cinese e su quelli asiatici, il che la fa dipendere dalla digitalizzazione delle aziende di quei mercati. La penetrazione in mercati più digitalizzati è bassa e può contemplare quasi solo l'Europa. Gli Stati Uniti oggi appaiono decisamente fuori portata per un'azienda cinese.

I ruolo dei "piccoli" nel cloud infrastrutturale

Chi perde davvero, secondo le cifre di Canalys, sono i cloud provider "altri". La loro quota di mercato tra 2018 e 2019 è scesa da quasi il 45% al 40%. E se si considera solo l'ultimo trimestre 2019 il market share è ancora più basso: 38,5%. Una flessione che non si può solo attribuire ai fattori di scala e alla forza di mercato che appartengono solo ai grandi provider.
L'impressione è che per quanto riguarda il cloud infrastrutturale le aziende utenti si stiano affidando ai nomi più noti. Magari in maniera più elastica di prima, con ambienti di cloud ibrido e multicloud. Ma comunque lasciando ai "piccoli" un ruolo tutto sommato secondario, privilegiando magari chi offre servizi particolari. O convince per fattori meno tecnici, come la vicinanza fisica.

Questo non vuol dire che un generico piccolo provider IaaS stia per forza soffrendo. Non è certo un problema avere una percentuale anche piccola di un mercato che cresce di un terzo l'anno. E che raddoppierà in cinque anni. Ma le cifre di Canalys sono un segnale da tenere presente. Giocarsela con i grandi non sarà possibile, bisogna considerare già ora come eventualmente mantenere la propria posizione.

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