Cloud: una soluzione oggi, un problema domani?

Solo una differente visione informativa è in grado di stabilire un vantaggio competitivo. Il cloud come disintermediazione tra tecnologia e business

Autore: Pm

Comprare tecnologia? Può essere una soluzione oggi, un problema domani. Ogni qualvolta che appare all’orizzonte un’ondata di innovazione creando una frattura rispetto al modello esistente, le organizzazioni si dimostrano in difficoltà nell’interpretare il cambiamento e procedere all’acquisizione di tecnologia di nuova generazione.
Non tutto quanto di ciò che viene ciclicamente reso disponibile nel tempo è coerente con i modelli IT delle singole organizzazioni, ma nel complesso, se guardiamo a quanto successo nei decenni passati, i fondamentali che accompagnano il rinnovamento sono portatori di benefici e vantaggi e chi prima riesce a metabolizzare all’interno del proprio ecosistema software e hardare una differente visione informativa è in grado di stabilire un vantaggio competitivo.
Evoluzione tecnologica significa, in buona sostanza, più produttività ed efficienza. Così è stato nei passaggi che hanno contraddistinto il ciclo informatico, dal mainframe, al client-server, dal web alla virtualizzazione e, infine, al cloud. La questione di fondo, ahimé, è che  estremamente difficile creare un modello architetturale in grado di integrare l’innovazione in modo soft, senza comportare problemi di ogni ordine e grado. Insomma, i sistemi informativi crescono per stratificazione e non riescono ad evolvere senza rinunciare alla componente legacy. Perché questo possa avvenire con successo si deve essere dei bravi architetti, costruire case che possano essere modificate nel tempo senza mettere a rischio l’intero edificio.
Ciò che acquisto oggi, può essere il problema di domani. Il bello del cloud è che il rischio del cambiamento, e dell’assimilazione dell’innovazione tecnologica, viene trasferito dall’azienda al provider, dal cliente all’erogatore di servizi. Cambia di conseguenza il ruolo stesso dell’organizzazione IT che diventa protagonista a attuatore di logiche di business. Nella realtà anche il cloud è un modello che non può essere adottato senza preoccuparsi della coerenza che esso deve prevedere con l’esistente e gli investimenti pregressi, a meno che non ci si liberi definitivamente dal passato. Ma ciò può essere fatto soltanto se all’interno delle organizzazioni si riesce ad avere una visione di lungo termine e predisporre un piano di interventi che possa raggiungere gli obiettivi definiti. E’ spesso più semplice compiere investimenti che rispondono alla risoluzione di problemi nell’immediato, senza preoccuparsi che questi possano costituire il futuro di domani.
Il cloud è un fenomeno che non ha precedenti, in quanto si pone come elemento in grado: da una parte di fungere da leva di trasformazione dell’esistente, così come avvenuto in passato con l’avvento di nuove ondate tecnologiche, ed è questo il caso in cui si riflette all’approccio privato al cloud; dall’altra pone le premesse per una trasformazione di lungo termine e una disintermediazione definitiva tra tecnologia e business, grazie alla possibilità, vedi la via pubblica al cloud, di non essere più i custodi,  guardiani e manutentori delle infrastrutture. Non sarà un percorso rapido. E per molti non sarà assolutamente lineare. Ma solo coloro che avranno una visione di lungo termine potranno ottenere risultati di successo. Si tratta “solo”, a differenza di quanto accaduto in passato, di fare in modo che la tecnologia non costituisca più un vincolo, ma un investimento da cui rendersi indipendenti e autonomi.

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