Sei consigli di Gartner ai CIO della Sanità

La Digital Transformation in campo sanitario promette molto, ma per mantenere deve essere accompagnata da una strategia precisa e trasversale. Ecco come fare.

Autore: Redazione ImpresaCity

La Trasformazione Digitale promette di portare vantaggi in tutti i settori, in maniera evidentemente più marcata però in quelli che hanno una minore familiarità con le tecnologie digitali più recenti. In questa categoria rientra spesso la Sanità, dove inoltre si guarda al digitale come strumento per combinare due esigenze contrastanti: migliorare la qualità del servizio ai pazienti contenendo allo stesso tempo le spese.

Attenzione però a non riporre troppe speranze nella tecnologia in sé, avvisa Gartner. È vero che il digitale aiuta, ma serve anche pianificarne adeguatamente l'introduzione nelle aziende sanitarie. E, sempre secondo Gartner, per molti CIO del settore è difficile capire da dove iniziare, in un ambiente tra l'altro molto politicizzato e in cui le cattive decisioni possono persino costare delle vite. Per aiutare i CIO della Sanità, Gartner ha identificato sei direttrici lungo le quali muoversi nella definizione della propria Trasformazione Digitale.

La prima è quasi ovvia: capire i veri costi delle prestazioni erogate. Magari banale per le aziende private, questo elemento non è scontato in realtà complesse e stratificate come quelle medico-sanitarie. Anche ad esse serve però definire metodologie precise di cost-accounting, in modo anche da valutare l'impatto economico - si spera positivo - dei miglioramenti tecnologici. Per questo Gartner consiglia ai CIO di definire con i colleghi CFO e CMO (Chief Medical Officer) un progetto pilota che porti alla corretta definizione di come si generano e si allocano i costi operativi. Completato con successo il pilota, lo si può estendere a tutta l'organizzazione.
Il logico passo successivo è capire lo stato della propria infrastruttura IT e definire precisamente come dovrebbe evolvere per arrivare a un desiderato stato dell'arte. Serve in sostanza tratteggiare la propria architettura IT in funzione dei risultati attesi, definendo strategie evolutive di alto livello per mantenersi in linea con lo sviluppo della Sanità digitale.

Qualsiasi percorso evolutivo ha però bisogno di indicatori che permettano di capire a che punto ci si trova del percorso stesso. Ed è quello che manca in molte organizzazioni sanitarie: metriche che definiscano il livello di prestazioni offerto, usando Key Performance Indicator ben identificati. Occorre quindi scegliere i propri KPI in grado di dare una fotografia sempre fedele dei propri sistemi e processi.

Questa fase di auto-valutazione serve anche identificare bene cosa si ha già "in casa" e magari non si sfrutta abbastanza. Gartner consiglia quindi di valutare il contributo portato dagli investimenti già fatti in applicazioni, dalla gestione del fascicolo sanitario digitale alla telemedicina, per ottimizzare questo portafoglio. Le applicazioni e i servizi che portano valore devono diventare ancora più importanti, gli altri passano inevitabilmente in secondo piano.
Gartner dedica un'attenzione particolare al tema della cartella sanitaria elettronica, perché secondo le sue rilevazioni la grande maggioranza dei CIO della Sanità ritiene che essa non abbia portato tutti i risultati sperati. Gli analisti pensano però che questa visione negativa derivi dal fatto che il concetto tradizionale del ROI non cattura in modo adeguato tutti i vantaggi portati dalla cartella elettronica. Il consiglio è quello di considerare tutto il ciclo di vita della cartella digitale, per identificarne i punti forti.

Infine, in un ambiente così "relazionale" come quello della Sanità la Trasformazione Digitale non può avere successo - secondo Gartner - se i CIO puntano solo sulla tecnologia. Devono invece addestrare anche le proprie "soft skill" per agevolare l'introduzione della digitalizzazione, facendo in particolare leva su quattro elementi: creare partnership strategiche con altri leader della propria organizzazione, creare coesione intorno agli obiettivi, fare mentoring per i leader che hanno meno familiarità con le tecnologie IT, sviluppare uno storytelling efficace per spingere i propri progetti innovativi.

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