L’innovazione aperta di IBM va in scena all’Agorà

L’evento inaugurale della maratona ThinkMilano ha riunito a discutere di innovazione esponenti del mondo accademico, della ricerca, dell’informazione e delle istituzioni

Autore: Edoardo Bellocchi

Tu chiamala se vuoi Agorà. Ovviamente 4.0. Immaginato come l’antica piazza ellenistica al centro della polis, l’evento inaugurale di Think Milano, maratona di otto giorni organizzata da IBM e strutturata in un percorso di incontri e approfondimenti per stimolare idee e riflessioni sui temi dell’innovazione, è andato in scena ai primi di giugno all’Unicredit Pavilion di Milano, più affollato che mai, forse anche a ulteriore dimostrazione della sete di conoscenza su questi temi. 

Incentrata sui temi dell’innovazione tecnologica, e sulle sfide e le opportunità che questa offre, oltre che su quali cambiamenti può portare nel panorama economico e sociale di oggi, l’Agorà ha visto la presenza, oltre che di Enrico Cereda, Presidente e Amministratore Delegato di IBM Italia, di numerosi esponenti di spicco del mondo accademico, della ricerca, delle istituzioni e dell’informazione, tra cui il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana e quello di Wired Federico Ferrazza, per un confronto serrato sulle tecnologie più innovative, sulle competenze digitali e sull’etica. 

La governance dell’innovazione è stato il primo tema introdotto da Enrico Cereda, che ha sottolineato la necessità che imprese, istituzioni e media operino insieme per creare un bilanciamento tra le possibilità offerte dalle nuove tecnologie e le questioni che talvolta sollevano, in una sorta di “call to action” che tenga in considerazione anche il tema delle competenze digitali, “per colmare il gap che si è creato e che vede mancare oggi 150mila profili specialistici creati dall’Industria 4.0”. Spunto colto da Roberto Cingolani, Direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, che ha auspicato tra l’altro “la creazione di un piano per lo sviluppo della società da qui al 2060, cioè a 40 anni da oggi, e fare qualcosa per l’aggiornamento degli educatori, visto che oggi si insegnano ancora le cose che si insegnavano vent’anni fa, per una società che sia davvero ‘knowedge driven’, altrimenti non c’è speranza”.  


In questo scenario nuovo, è importante non perdere di vista l’etica, ha spiegato Luciano Floridi, Docente di Filosofia e di Etica dell’Informazione all'Università di Oxford, intervenendo dall’ateneo britannico, sottolineando che l’innovazione sta cambiando anche la percezione di cosa significhi vivere in un mondo che oggi è diverso e che rende l’etica più importante che mai: ecco perché “l’etica ha bisogno dell’innovazione e viceversa”. Per le istituzioni, l’intervento di Diego Piacentini, Commissario per lo Sviluppo dell’Agenda Digitale, ha ribadito ulteriormente l’esigenza di una Pubblica Amministrazione digitalizzata in una maniera che sia incentrata sulle esigenze dei cittadini e non su quelle della burocrazia, mentre quello di Beppe Sala, Sindaco di Milano, ha sottolineato tra l’altro che “il vero segreto oggi è quello di aiutare tutti a crescere contemporaneamente”. 

Infine, altro momento rilevante della mattinata è stato quello della prima edizione del Thinker Award, cioè la premiazione da parte di ThinkMagazine di IBM Italia degli innovatori e dei “pensatori” che si sono distinti nel corso del 2017. Il premio, inevitabilmente ispirato al celeberrimo bronzo di Auguste Rodin, è andato a sei persone per altrettante categorie: per l’Ethics, a Luciano Floridi, a Beppe Sala per la Citizenship, a Diego Piacentini per l’area Forward, a Roberto Cingolani per l’area Goodtech, a Mauro Selvetti, Ceo del Gruppo Credito Valtellinese, per il Business, e infine al giornalista Andrea Frollà di Repubblica Affari&Finanza per la categoria Narrative.

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