Confartigianato chiede mano leggera nell'applicazione del GDPR

Anche secondo Confartigianato il GDPR rappresenta un onere eccessivo per le PMI: la legge italiana dovrebbe assorbire parte di questo impatto

Autore: Redazione ImpresaCity

Dopo il parere nettamente negativo di Confesercenti sull'impatto che il GDPR sta avendo per le piccole-medie imprese, ora anche Confartigianato stigmatizza la normativa e chiede al Governo di intervenire per ridurre il peso che le PMI devono sostenere per adeguarvisi. Nel corso di una audizione davanti alle Commissioni speciali riunite di Camera e Senato, Confartigianato ha infatti indicato che il decreto legislativo che deve indicare alcune modalità di recepimento del GDPR deve "chiarire e coordinare gli obblighi per le imprese, semplificare gli adempimenti a misura di micro e piccole imprese, sospendere per sei mesi le pesanti sanzioni a carico degli imprenditori accompagnandoli con linee guida nel percorso di adeguamento alle nuove norme".

In gioco ci sono oltre tre miliardi di euro, sottolinea Confartigianato. Una sua task force dedicata a monitorare e gestire l’impatto del GDPR sulle imprese ha infatti indicato che per le PMI il costo di adeguamento al nuovo Regolamento sarà d 3,1 miliardi. E solo per una prima fase di adeguamento.

Sempre secondo la task force, nell’ambito di 4,2 milioni di artigiani e piccole imprese risulta a più alta esposizione finanziaria il 35,4% di piccole imprese con dipendenti, a cui si somma il 6,4% di piccole imprese senza dipendenti nei settori ICT e salute e benessere. Vi è una minore esposizione per il restante 58,2% delle piccole imprese, senza dipendenti.


Da qui le richieste di Confartigianato, secondo cui l'applicazione del GDPR non sta rispettando i criteri di proporzionalità e di gradualità - in funzione delle dimensioni e del numero di addetti - che dovrebbero invece essere seguiti nell’introduzione di nuovi adempimenti e oneri a carico delle imprese. Questi principi vengono proprio dall'Europa, con lo Small Business Act che nel 2011 è stato recepito nello Statuto delle imprese.

In particolare Confartigianato chiede che anche in Italia, come già concesso in Francia e in Austria, ci sia un periodo di almeno sei mesi di moratoria nell’applicazione delle sanzioni pecuniarie, sostituendole con prescrizioni di adeguamento alla nuova disciplina. In questo modo si accompagnerebbero le imprese nel percorso di compliance al Regolamento, evitando loro pesanti ripercussioni economiche.

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