La sicurezza? È frutto di soluzioni, ma anche di processi

L’avvento di nuove tecnologie utilizzate per “difendere” ma anche per “offendere”, abbinate all’ingombrante entrata in scena del GDPR, contribuisce a ridefinire il tema della cybersecurity. Il punto di vista di Project Informatica.

Autore: Redazione

L’idea che la sicurezza dei sistemi informativi in azienda passi attraverso l’adozione di una sola, singola soluzione, per quanto innovativa ed efficace, è tramontata ancor prima di sorgere. A sfatare questo falso mito ha contribuito non solo la complessità indotta dall’adeguamento alle normative GDPR ma, fortunatamente, anche il crescente – benché ancora lento e disomogeneo – diffondersi di cultura sul tema della cybersecurity nelle aziende italiane.

“L’evoluzione, in termini di consapevolezza dei rischi e della necessità di adottare un approccio strutturato e dinamico, è sempre più evidente tra i nostri clienti, seppur ancora con una diffusione a macchia di leopardo”,  afferma Enrico Bassi, BU Manager Divisione Security di Project Informatica. “Il nostro approccio al tema cybersecurity, basato su una visione globale, incontra quindi un contesto sempre più favorevole”.

L’obiettivo di Project Informatica è quello di far recepire la sicurezza come elemento fondamentale anche nei processi, oltre che nelle soluzioni. “La nostra visione della sicurezza”, prosegue Bassi, “è articolata in quattro elementi basilari: le tecnologie e le soluzioni; l’attività di advisory compliance, volta ad analizzare, prima, e ad adeguare, poi, i livelli di sicurezza; i servizi di assessment, come ethical hacking e penetration test; e infine i servizi gestiti, come quelli erogati anche attraverso il nostro Security Operation Center, la massima espressione della nostra offerta che sta riscontrando sempre più interesse presso i clienti”.

Gli elementi nuovi, che hanno contribuito ad aumentare la sensibilità delle aziende, sono tanti: tra questi, sicuramente il già citato e imminente GDPR, ma anche campagne informative come quella di “The Wolf”, realizzata da HP e mirata a sottolineare le criticità insite in alcuni ambiti. In particolare il mondo del printing, da sempre piuttosto trascurato quando si parla di strategie di difesa dai cyber-attacchi, e quello dei Pc.

Volendo prestare particolare attenzione a ciò che accade nel mondo dei printing, è inevitabile rilevare come molti dati, di diversa natura e criticità, possano essere oggetto di inopportune esposizioni.  È necessario proteggere le informazioni ed i documenti riservati, in transito e in coda di stampa, è necessario ridurre le stampe non ritirate, è necessario includere le stampanti in una strategia di sicurezza.   

Le nuove tecnologie messe in campo da HP per proteggere i dispositivi di printing e utilizzate da Project Informatica nei contratti di gestione del parco stampanti consentono sia di ridurre i rischi, sia di governare in modo più completo le attività collegate alla cybersecurity: le periferiche di HP sono infatti in grado di intervenire autonomamente (ad esempio in caso di danneggiamento del BIOS), consentono una difesa dei dati attraverso la crittografia  e una protezione dei documenti attraverso soluzioni di pull printing, e inoltre dispongono di un costante monitoraggio dei parametri di sicurezza (che possono essere impostati anche in base alle policy specifiche del singolo cliente).

Maggiori informazioni sulla campagna “The Wolf” e sulle soluzioni di Project Informatica disponibili in questa pagina.
 

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