Extreme Networks e il valore della focalizzazione

Tra i principali vendor di networking, Extreme resta l'unico "pure player" e ora spazia dall'accesso al datacenter grazie alle sue varie acquisizioni

Autore: Francesco Pignatelli

Di "pure player" nel mondo del networking ne sono rimasti pochi, probabilmente perché a un certo punto si è pensato che le reti fossero davvero solo trasporto "non intelligente" e che fosse meglio rivolgersi ad altri ambiti. Gli sviluppi del Software-Defined Networking hanno mostrato che non è affatto così, anzi è proprio dando al networking un ruolo chiave che si possono affrontare evoluzioni tecnologiche e applicative come il proliferare di oggetti connessi in stile IoT o una gestione dinamica della sicurezza.

Essere vendor "puri" di networking è tornato quindi a essere un vantaggio, a patto di avere prodotti e competenze trasversali perché le reti troppo eterogenee fanno più fatica a diventare smart. Extreme Networks la sua trasversalità l'ha raggiunta tramite acquisizioni mirate: prima Zebra per la parte wireless e per entrare in tre mercati di riferimento (retail, trasporti, logistica) in cui non era presente, poi più di recente le attività di networking Avaya per la tecnologia Fabric e infine Brocade con le sue soluzioni di rete per datacenter (switch, router e software di analisi).

Roberto Benedetti, country manager per l'Italia di Extreme Networks
"Le acquisizioni - spiega Roberto Benedetti, country manager per l'Italia di Extreme Networks - sono state fatte con una strategia precisa, mirando a prodotti che andassero a completare l'offerta esistente". A questo punto Extreme spazia dalle reti di campus al core networking comprendendo anche l'edge e la parte datacenter. È considerata dagli analisti il terzo vendor dopo Cisco e HPE, con la differenza che queste fanno anche molto altro.

Dal punto di vista del mercato il completamento dell'offerta con l'acquisizione di Avaya e Brocade permette interessanti operazioni di cross-selling, in particolare proponendo l'approccio Fabric ai clienti tradizionali e a quelli Avaya e Brocade le componenti software, wireless e di network management via cloud. Il concetto chiave diventa quello definito di Automated Campus: una gestione sempre più automatizzata delle operazioni di provisioning e management collegata anche alla parte applicativa e, attraverso il dialogo con prodotti di terze parti, alla sicurezza di rete.



L'automazione ha diversi plus, non solo quello ovvio di una maggiore semplicità per lo staff che gestisce la rete. È considerata come il modo migliore per dare la reattività che serve alle reti attuali, in cui le prestazioni della parte di puro trasporto sono solo un elemento dell'equazione: contano anche e soprattutto le performance "viste" dal singolo utente nell'accesso alle sue applicazioni. Il SDN in generale e più in particolare per Extreme il concetto di Fabric Connect, in cui più device di rete realizzano una singola unità virtuale, permettono di creare dinamicamente "zone" della rete con i parametri di funzionamento ottimali in base al tipo di utenti, dispositivi e servizi che ospitano.

"Il vantaggio chiave - sottolinea Benedetti - è avere un unico sistema di gestione per la parte cablata e wireless, per tutto il networking che va dall'edge al datacenter. I concorrenti invece prevedono sempre almeno due piattaforme". Questa omogeneità del software verrà ovviamente estesa anche al mondo Brocade attraverso un'opera di integrazione che è già partita.

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