Mobile e social trascinano l'e-fashion

La spesa online in abbigliamento e moda registra una performance annua a doppia cifra (+13%)

Autore: Redazione

Abbigliamento, scarpe, borse e accessori. Cresce la spesa globale per il Fashion, il comparto che all'interno del variegato mercato dell'e-commerce registra una performance annua a doppia cifra (+13%) a fronte di una flessione complessiva della spesa online del 4%. È quanto emerge dalla lettura del Report “Fashion Shopping Focus Report” di Salesforce, uno studio tratto dal pià ampio “Shopping Index 2017”, derivato dall'analisi dei comportamenti di acquisto online di 500 milioni di utenti.

Nel settore del fashion
aumenta dunque la spesa media per persona, ma cambiano anche le modalità e le abitudini dello shopping in Rete: sempre più si compra attraverso gli smartphone (sui siti in versione ottimizzata per mobile o sulle app) e sempre più ci si lascia suggestionare dai suggerimenti provenienti dai Facebook, Instagram, YouTube e altre piattaforme 2.0.  



Nel 2017, infatti, il traffico veicolato dai canali social per i siti che vendono abbigliamento e dintorni è cresciuto più della media dei siti retail. La quota di traffico “social” arriva a circa il 4,3% per chi vende abbigliamento generico e al 6,8% per chi si posiziona nella fascia del lusso, contro la media del 3,3% registrata per gli altri segmenti del retail. Tutte le percentuali, in ogni caso, sono più alte quando si analizza solamente la navigazione da dispositivi mobili (come mostra la tabella qui sotto).

Guardando non al traffico ma agli ordini effettuati, la tendenza è ancor più evidente: la quota derivante dai social media è cresciuta da un anno all'altro del 53%. Tale quota, tuttavia, si limita oggi solo all'1,8% per l'abbigliamento in generale (e al 3% considerando la sola utenza mobile), lasciando dunque spazio ad ampi margini di crescita futura.

Salesforce ci racconta, poi, che i dispositivi mobili sono ormai responsabili di oltre un terzo (il 36%) degli ordini e di olte la metà (il 56%) del traffico registrato dai siti di abbigliamento che vendono in e-commerce. I dispositivi dallo schermo più grande non vanno però dimenticati, specie per chi propone articoli di alta gamma: “Chi acquista articoli di lusso”, si legge nel report, “utilizza molto più spesso la ricerca da tablet, ma totalizza il massimo tasso di conversione dalla ricerca sui computer desktop”.

Il campione dello studio è di per sé interessante, perché suggerisce qualcosa sulla dislocazione delle aziende del fashion più attive nel commercio elettronico:
i siti Web presi in esame e inclusi nel report sono oltre 450, distribuiti in trenta aree geografiche ma con una forte concentrazione in cinque Paesi, cioè Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia e Canada.

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