Il Personal Big Data di Facebook

Graph Search, il personal Big Data di Facebook, evidenzia come l’evoluzione dell’analisi dei dati si stia evolvendo nel trovare soluzioni, algoritmi, metodologie che sappiano interpretare informazioni contenute in una dimensione sociale, come appunto quella di Facebook, ricca di dati multistrutturati quali testo, immagini, video.

Autore: Piero Macrì

Graph Search il motore di ricerca presentato da Facebook (attualmente in versione beta e disponibile unicamente a un audience di lingua inglese, se volete potete mettervi in waiting list) può essere definito come un personal Big Data.
Di fatto, Facebook mette nelle mani degli utenti uno strumento di ricerca che, come dice Mark Zuckerberg, è concepito per dare delle risposte e non semplici link, così come per esempio avviene  utilizzando search engine tradizionali, Bing, Google o altro.
Graph Search evidenzia, quindi, come l’evoluzione dell’analisi dei dati si stia evolvendo nel trovare soluzioni, algoritmi e metodologie che sappiano interpretare informazioni contenute in una dimensione sociale, come appunto quella di Facebook, ricca di dati multistrutturati quali  testo, immagini, video.
Possiamo affermare che, così come è stata messa a punto una comunicazione convergente, siamo oggi di fronte a una sfida che consiste nel mettere a punto una ricerca convergente o, se vogliamo, un’informazione convergente.
Cambiano le tecnologie di riferimento. Da un’analisi dei dati storicamente ancorata a processi  operazionali, si stanno creando tecnologie in grado di supportare al meglio la gestione in tempo reale di volumi di dati eterogenei.
In definitiva, Facebook mette a punto uno strumento che permette di migliorare l’esperienza sul social network: saremo in grado scandagliare il mondo social in una nuova dimensione, ottenendo risposte più accurate e utili. Nello stesso tempo vengono creati i presupposti per riuscire a monetizzare al meglio i risultati delle ricerche (non dimentichiamo che il business di Facebook si regge prevalentemente sulla pubblicità).
Gli investitori pubblicitari potranno associare contenuti con una precisione e accuratezza superiori rispetto alle attuali logiche proposte dai search engine di prima generazione. E’ verosimile, quindi, che in prospettiva si modifichino ulteriormente le regole del gioco che muovono il mondo della pubblicità, innescando nuove modalità di comunicazione e fruizione dei contenuti. Il Big Data in versione Facebook eleva pertanto il livello di competizione tra internet companies e aggregatori sociali che basano i loro profitti sulla monetizzazione dei profili utente. 
Tutte quelle aziende che vantano una comunità di utenti sono oggi nella condizione di introdurre nuovi meccanismi di ricerca ispirati a un’informazione convergente in stile Big Data. La competizione si regge una volta ancora sulla capacità di traslare la tecnologia a livello di servizio.

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