Red Hat detta nuovi standard per i sistemi operativi del futuro

La versione 6 di Red Hat Enterprise Linux migliorata in termini di ottimizzazione del kernel per resource management, prestazioni, scalabilità, virtualizzazione e risparmio energetico. E anche unambiente di sviluppo esteso e una serie di aggiornamenti applicativi.

Autore: Redazione ImpresaCity

Definire nuovi standard per gli ambienti operativi open source enterprise dei prossimi dieci anni. È ambizioso l'obiettivo principale che si è posta Red Hat, fornitore mondiale di soluzioni open source. Le premesse perché si realizzi, però, ci sono tutte. A cominciare dalla decisione della casa americana di presentare Red Hat Enterprise Linux (Rhel) versione 6, mantenendo però 'vive' sia la versione 5 che la 4.
"I nostri clienti saranno liberi di decidere se passare a Rhel 6 o se mantenere il livello di release di cui dispongono attualmente. In ogni caso, il passaggio avverrà alla velocità che il cliente riterrà più adatta alle sue necessità", afferma Tim Burke, vice presidente della divisione Engineering di Red Hat, di passaggio in Italia.
Nuova versione di Rhel, dicevamo. La numero 6, a tre anni e mezzo dall'annuncio della 5, di una soluzione software che da quasi dieci anni si fa apprezzare per le prestazioni e l'affidabilità, rappresentando un'ottima alternativa ai sistemi operativi proprietari. Caratteristiche apprezzate soprattutto – ma non solo – da quelle aziende che devono assicurare sicurezza, velocità, affidabilità e continuità. "Ci sarà pure un motivo se, in Italia, il Ministero delle Finanze si affida a Rhel per elaborare 4,5 milioni di buste paga ogni mese", sostiene Gianni Anguiletti, Country Sales Manager della filiale italiana. "O se il Ministero della Giustizia ha basato l'informatizzazione delle attività dei Tribunali su piattaforma Rhel", aggiunge.
Tre anni di lavoro per la nuova release: ma quali sono i principali punti di aggiornamento, rispetto alla versione 5? "Ottimizzazione del kernel per resource management, prestazioni, scalabilità, virtualizzazione e risparmio energetico. Un ambiente di sviluppo esteso e conforme agli standard. Infine, un'ampia serie di aggiornamenti applicativi, lato server e desktop. Il tutto per soddisfare la richiesta dei clienti di semplificare le infrastrutture, abbassare i costi e ridurre la complessità dell'IT", risponde Tim Burke." Abbiamo raggiunto un livello di efficienza della virtualizzazione rispetto a un ambiente fisico,  pari al 90%", continua il VP Engineering. Questo significa che i carichi di lavoro vengono eseguiti senza soluzione di continuità. "Processi e applicazioni possono essere migrati o spostati da una Cpu all'altra, per ottimizzare l'uso delle risorse, senza fermarne l'operatività".
I miglioramenti nella gestione delle risorse in un ambiente virtualizzato non si fermano qui. L'introduzione dei Cgroups permette un migliore tuning del bilanciamento tra risorse hw e sw con i servizi e le applicazioni. "Una funzione, quella delle gestione delle risorse,  particolarmente apprezzata dai nostri clienti del settore bancario e finanziario".
La sicurezza dell'ambiente viene assicurata attraverso l'introduzione di un ulteriore livello di controllo. Gli utenti sono divisi in gruppi, ciascuno con le sue caratteristiche di permessi. La nuova funzione – SELinux – si pone tra i diversi gruppi (Svirt security) e le risorse, hardware o software, controllando ogni richiesta di accesso ed eventualmente bloccando quelli non autorizzati.
Dove è più evidente lo sforzo di Red Hat di costruire un sistema operativo che possa reggere l'urto dei prossimi dieci anni di sviluppo tecnologico e delle necessità di business  è nelle caratteristiche di memoria e file system di Rhel 6. Se la versione 5 è in grado di supportare fino a 192 CPU, con 1 TB di memoria, hel 6 puà arrivare fino a 4096 Cpu e 64 TB di memoria. Per quanto riguarda il file system, si passa dai 16 TB di Rhel 5 ai 100 di della versione 6, grazie all'introduzione di xfs.
E la società pone grande attenzione anche all'aspetto della sostenibilità ambientale. Non solo per proteggere l'ambiente e rispettare i dettami delle regolamentazioni nel settore, ma anche perché è un campo dove i benefici economici derivanti dal risparmio energetico e dal rispetto delle normative è enorme."Abbiamo lavorato molto sulla diminuzione dei consumi di energia durante i tempi di inattività di un sistema, gli idle times", dice Burke. Utilities, file system e kernel sono le tre parti interessate dai miglioramenti: "Modificando i tempi di ticking del kernel, per esempio, abbiamo raggiunto una grande estensione dei tempi di inattività, consentendo al sistema di far scattare lo status di basso consumo energetico più spesso". 
Cosa cambia a livello di approccio al mercato con l'introduzione della nuova versione? "Il licensing è stato ristrutturato per permettere ai clienti di usufruire dei servizi RH in modo più semplice", risponde Anguilletti. "Abbiamo introdotto una distinzione più netta tra le diverse piattaforme, in base alla complessità dei sistemi e alla diversità dei servizi e delle applicazioni utilizzate.  

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