Crisi, le donne una risorsa per il rilancio dell'Italia

In Italia ogni 100 donne che lavorano 3,6 sono delle vere e proprie imprenditrici in grado di creare occupazione.

Autore: Redazione ImpresaCity

Le donne italiane hanno dimostrato di saper reagire meglio alla crisi in corso. È quanto emerge dal secondo numero dell’Osservatorio ABI-CENSIS sulla società italiana.
L’occupazione femminile ad esempio resiste meglio di quella maschile, se infatti nel  2011 l’occupazione maschile è tornata al livello del 2004, quella femminile ha visto aumentare la propria partecipazione al lavoro di 566.000 unità. Una tendenza che sembra confermata anche nell’anno che sta per concludersi, considerato che nei primi due trimestri del 2012, a fronte di un’ulteriore contrazione dell’occupazione maschile dell’1,3%, quella femminile registra un aumento del 1,3%. 
La disoccupazione femminile così è passata in 8 anni dal 10,5% del 2004 al 9,6% del 2011 mentre quella maschile dal 6,4% al 7,6%. Nel 2011 risultano occupate con contratti atipici il 14,5% di donne (contro l’10% degli uomini), per lo più con contratti a termine (12%) e in parte di collaborazione a progetto o occasionale (2,5%).
Inoltre, è vero che il tasso di occupazione femminile in Italia è del 46,5%, contro una media europea del 58,5% , ma è anche vero che il tasso di lavoro autonomo, all’interno del mondo femminile, è molto maggiore rispetto alla media europea: il  16% contro il 10%; anche in Paesi a forte tradizione imprenditoriale come la Germania, su 100 donne che lavorano solo 8 lo fanno autonomamente. In molti casi si tratta di lavoro autonomo nel settore terziario.  
Le donne italiane hanno anche il primato europeo delle lavoratrici autonome con dipendenti: il 3,6%, contro il 2,4% della media europea, vuol dire che ogni 100 donne che lavorano 3,6 sono delle vere e proprie imprenditrici in grado di creare occupazione.

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