Internet, la Camera boccia il bavaglio al web

La Camera ha soppresso l'emendamento Fava, che prevedeva che qualsiasi soggetto interessato, e non solo la magistratura, potesse chiedere la rimozione di contenuti online giudicati "illeciti".

Autore: Irene Canziani

L'emendamento Fava alla legge comunitaria 2011, ribattezzato negli ultimi giorni "bavaglio al web", non ce l'ha fatta.
La norma presentata dall'esponente della Lega Nord è stata cassata dalla Camera con l'approvazione di sei identici emendamenti soppressivi presentati da Pdl, Idv, Fli, Api, Pd e Udc: 365 sono stati i voti a favore, 57 i contrari e 14 le astensioni. In pratica, ad opporsi sono state tutte le forze politiche ad eccezione della stessa Lega.
L'emendamento prevedeva che qualsiasi soggetto interessato, e non solo la magistratura, potesse chiedere la rimozione di contenuti online giudicati "illeciti".
Una misura che aveva sollevato aspre critiche nel nostro paese, e aveva generato anche un appello ufficiale ai deputati da parte di Confindustria Digitale.
Soddisfazione per la soppressione dell'emendamento è stata espressa da molti politici, tra cui Antonio Di Pietro: "Oggi è una grande vittoria per tutti noi - ha commentato il leader dell'Italia dei Valori - siamo riusciti a bloccare l'ennesimo tentativo di mettere il bavaglio alla rete, uno degli ultimi spazi di libera informazione. E' stata una battaglia per la democrazia che abbiamo portato avanti e continueremo a sostenere fermamente".

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