L'industria europea dell'e-commerce contro le nuove misure UE

Dieci associazioni europee dell'e-commerce esprimono alla UE la loro preoccupazione per l'impatto negativo della direttiva "Diritti dei consumatori" approvata lo scorso 24 marzo dal Parlamento Europeo.

Autore: Redazione ImpresaCity

Mentre si è appena concluso l'eG8 a Parigi e i protagonisti del commercio elettronico si sono riuniti a Barcellona per la 3° edizione del Global E-commerce Summit, 10 associazioni nazionali ed europee, che rappresentano più del 50% della totalità dell'e-commerce in Europa, hanno firmato una dichiarazione comune indirizzata all'attenzione delle istanze europee, per esprimere la loro profonda preoccupazione per la direttiva "Diritti dei consumatori" approvata lo scorso 24 marzo dal Parlamento Europeo, e per le conseguenze negative che essa potrebbe portare sullo sviluppo e sull'avvenire dell'e-commerce in Europa.  
Tra i firmatari Netcomm, Adigital e Becommerce
Le associazioni firmatarie chiedono un approccio equilibrato nell'ambito della direttiva. Fanno appello alle istanze europee affinché vengano riesaminate alcune misure che condurrebbero ad oneri eccessivi, in grado di minare la sopravvivenza di molte imprese, e che provocherebbero un considerevole aumento dei prezzi per i consumatori.
Senza dimenticare, affermano, che "la conformità di tali misure con i principi di diritto comunitario resta ad oggi ancora molto incerta".
L'attenzione è puntata in particolare sugli articoli 16, 17 e 22 bis della proposta di direttiva. Per effetto di tali articoli, per esempio, una società dovrà affrontare l'obbligo di pagamento per la raccolta delle merci (articolo 17) utilizzate dai consumatori per 28 giorni e dovrà rimborsare la totalità dei costi al consumatore ancor prima che possano essere controllati eventuali danni o effettivo uso dei prodotti (articolo 16). L'articolo 22 bis decreta poi che le aziende potrebbero essere obbligate a un contratto fuori dal proprio paese.
Misure che, secondo i firmatari, potrebbero avere un impatto diretto sui prezzi dei prodotti e sulle scelte di consumo, ricadendo così negativamente sui consumatori.
A questo link è possibile consultare il testo integrale dell'appello.  
L'industria dell'e-commerce europea si augura che il Parlamento europeo, la Commissione europea e il Consiglio dell'Unione, che si sono riuniti a Bruxelles per discutere la direttiva, ascoltino l'appello delle centinaia di migliaia di imprese e-commerce, distribuite in tutta l'Unione europea, che partecipano allo sviluppo dell'economia digitale.

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