Unioncamere, nel quarto trimestre meno 64mila posti di lavoro

Unioncamere fotografa il bilancio occupazionale delle imprese italiane: 94mila assunzioni tra ottobre e dicembre, oltre il 60% destinate a laureati e diplomati. 158mila le uscite previste per scadenza di contratto, pensionamento ed altri motivi.

Autore: Redazione ImpresaCity

Quasi 94mila entrate previste e 158mila uscite, il 57% delle quali per scadenza di contratto, il 6,7% per pensionamento e il 36% per dimissioni ed altri motivi dovrebbero portare l'occupazione nel quarto trimestre 2010 a ridursi di  64mila unità.
La previsione arriva da un'indagine trimestrale condotta da Unioncamere in accordo con il Ministero del Lavoro, indirizzata ad indagare i programmi occupazionali delle imprese italiane.
Quasi la metà di questa contrazione si dovrebbe concentrare nel settore turistico, nel quale evidentemente stanno avvicinandosi alla scadenza i rapporti di lavoro di oltre 40mila profili operai e non qualificati, in maggioranza con contratti a termine a carattere stagionale. A un terzo dei nuovi assunti verrà proposto un contratto a tempo indeterminato.
Il 15% delle assunzioni previste sarà destinato a laureati e un altro 46% a diplomati, che nella metà dei casi potrebbero essere giovani in uscita dal sistema formativo. Questa richiesta di laureati e diplomati potrebbe far sì che il bilancio di fine anno risulti in crescita per le professioni più qualificate a carattere scientifico e tecnico.
E' nel Mezzogiorno che si concentra la più consistente riduzione di personale: -28mila è infatti il saldo tra entrate (oltre 22mila) e uscite (oltre 50mila) previste. In questa ripartizione le difficoltà congiunturali sembrano incidere ancora soprattutto sull'industria e sugli altri servizi, mentre dal Commercio si attende un incremento dei posti di lavoro.
Bilancio negativo anche nel Centro, dove comunque le 15mila assunzioni messe in campo rallentano la riduzione di posti di lavoro (-24.600 il saldo finale), concentrate esclusivamente nell'industria e negli altri servizi. Dovrebbe andare decisamente meglio nel Settentrione del Paese.
Nel Nord-Est si dovrebbe registrare il maggior numero di assunzioni (34.700) con un saldo a fine trimestre di -6.500 unità, grazie a una sensibile ripresa del settore degli Altri servizi (+4.900 il saldo in quest'ambito). Nel Nord-Ovest, invece, le 27mila uscite previste (il valore più basso a livello nazionale) sono superiori di "sole" 5mila unità alle entrate attese. In queste regioni inoltre – unico caso nel Paese – l'industria non solo non perde, ma anzi prevede di accrescere la propria base occupazionale, tanto che il saldo trimestrale risulta positivo di 400 unità.
Se si guarda alle dimensioni d'impresa, emerge la perdurante difficoltà delle aziende fino a 9 dipendenti, che, malgrado mantengano elevate le assunzioni previste (oltre 50mila) hanno messo in cantiere anche 95mila uscite. Da queste imprese, quindi, è possibile attendersi una saldo negativo di 44mila posti di lavoro. Meno consistenti le riduzioni occupazionali delle imprese di taglia maggiore.

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