Rapporto Censis, le osservazioni sul mercato del lavoro italiano

Nel 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese, spazio ad alcune considerazioni sul mercato del lavoro: Italia indietro sotto i profili dell'auto-imprenditorialità e della flessibilità, disoccupazione giovanile in crescita, ma si nota un rafforzamento della collaborazione tra le imprese.

Autore: Irene Canziani

Nel mercato del lavoro, l'Italia rimane indietro rispetto al resto del mondo sotto i profili dell'auto-imprenditorialità e della flessibilità, mentre la crisi continua a frenare l'occupazione specialmente dei giovani. Ma c'è un dato positivo: l'irrobustimento delle reti tra imprese.
Sono alcune delle osservazioni principali emerse dal 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese appena presentato a Roma.
Mentre in tutto il mondo la ricetta per uscire dalla crisi prevede l'attivazione di tutte le energie professionali con l'auto-imprenditorialità, l'Italia - patria del lavoro autonomo e imprenditoriale - vede ridursi in questi anni proprio la componente del lavoro non dipendente: 437.000 imprenditori e lavoratori in proprio (artigiani e commercianti) in meno dal 2004 al 2009 (-7,6%).
L'Italia è anche il Paese europeo con il più basso ricorso a orari flessibili nell'ambito dell'organizzazione produttiva: solo l'11% delle aziende con più di 10 addetti utilizza turni di notte, solo il 14% fa ricorso al lavoro di domenica e il 38% al lavoro di sabato.
E siamo il Paese dove è più bassa la percentuale di imprese che adottano modelli di partecipazione dei lavoratori agli utili dell'azienda (lo fa solo il 3% contro una media europea del 14%).
Nei primi due trimestri del 2010 si è registrato poi un calo degli occupati tra 15 e 34 anni del 5,9%, a fronte di una riduzione media dello 0,9%. Poco fiduciosi nella possibilità di trovare un'occupazione, ma anche poco disponibili a trovarne una a qualsiasi condizione, i giovani hanno avvertito più degli altri gli effetti della crisi. Sono 2.242.000 le persone tra 15 e 34 anni che non studiano, non lavorano, né cercano un impiego. Più della metà degli italiani (il 55,5%) pensa che i giovani non trovano lavoro perché non vogliono accettare occupazioni faticose e di scarso prestigio: una valutazione che potrebbe apparire ingenerosa e stereotipata, se non fosse che ad esserne più convinti sono proprio i più giovani, tra i quali la percentuale sale al 57,8%.
Un dato positivo emerso dall'indagine è invece l'irrobustimento delle reti fra imprese. Nel 2010 sono state varate molte misure che incentivano la costituzione di forme di collaborazione fra imprese. Secondo una rilevazione del Censis, nelle aree distrettuali il dialogo tra tessuto produttivo, enti di formazione, strutture di ricerca, Confidi, centri servizi è cresciuto. Il 57% degli imprenditori intervistati si rivolge a laboratori di prova all'interno dell'area distrettuale, il 53% a strutture di formazione, quasi il 50% a un centro servizi per il distretto, il 43% a una struttura di coordinamento per le attività di esportazione presente nel suo territorio.

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