Tempo fa
aveva sollevato un polverone l'
accordo fra Google e Verizon in Usa, un accordo che, sotto la facciata di "
Net Neutrality", includeva anche un sistema di
prioritizzazione del traffico web. Sostanzialmente un sistema a pagamento perché alcuni pacchetti "viaggiassero" più veloci sulla rete.
La notizia fece tanto
scalpore che i CEO delle due società coinvolte,
Eric Schmidt di Google e
Ivan Seidenberg di Verizon, avevano dovuto scrivere un articolo/spiegazione sul Wall Street Journal per spiegare l'esatto punto di vista dei due colossi Telco.
Forse è proprio per questo episodio che la
FCC americana ha deciso di indire, per il prossimo
21 dicembre, un
open meeting per discutere proprio della
neutralità del web. Finalità dell'incontro è la stesura di una
bozza di regole atte a garantire una navigazione paritaria a tutti i cybernauti, con "autostrade digitali" libere, a disposizione di tutti e che non facciano discriminazioni.
Perché l'accesso alla rete - l'organo americano ne è certo - è un diritto di tutti e va garantito con regole certe e riconoscibili. Un pò come hanno suggerito in Italia il giurista
Stefano Rodotà e il direttore di Wired,
Riccardo Luna: la loro proposta è quella istituire l'
articolo 21 bis della Costituzione, articolo che garantisca
l'accesso a internet a tutti i cittadini italiani.
Intanto restiamo in attesa delle decisioni della FCC americana, tanto risoluta come il suo presidente,
Julius Genachowski, e decisa a passare all'azione contro il traffico internet "discriminato".
Riuscirà l'ente americano ad forzare le eventuali - e probabili - r
esistenze da parte dei provider?