Cgil, inizia l'era Camusso

Susanna Camusso, neoeletto segretario della Cgil, ha salutato la propria elezione puntando il dito contro il governo e mirando all'unità sindacale.

Autore: Irene Canziani

Inizia una nuova era per la Cgil. Ieri Susanna Camusso è stata eletta alla guida del sindacato, prima donna nella storia.
La sua elezione è stata sancita con il 79% delle preferenze (125 sì su 158) dal Comitato Direttivo Nazionale, in una votazione a scrutinio segreto.
"È un risultato importante, pensavo di ottenere di meno" è stato il primo commento della Camusso dopo il successo. Anche il segretario uscente, Guglielmo Epifani, si è espresso a favore del proprio successore affermando: "sarà un grande segretario".
Nel suo primo intervento, la Camusso ha puntato l'attenzione sull'unità sindacale, che "rappresenta un punto essenziale di riferimento": "non ho memoria di un periodo così buio nei rapporti con gli altri sindacati" ha proseguito, facendo notare come questa separazione rappresenti allo stato attuale "un deficit di risultati per i lavoratori".
Che fare, quindi? Secondo il nuovo segretario occorre partire "dalle norme sulla rappresentanza e la democrazia, in modo da darci le regole per stare insieme nonostante le differenze".
E la Camusso si è posta da subito in dialettica con il governo: "ormai tutti si accorgono che non fa nulla per il paese - ha affermato - ha fatto molto per altro, ma poco per il paese. Non ci meritiamo questo governo. C'è bisogno di un'alternativa".
"La Cgil in cui mi impegnerò – ha proseguito - è una organizzazione capace di indignarsi per quanto ci accade attorno. Penso allo stato di schiavitù cui sono costretti certi lavoratori di Rosarno, alle donne trattate come merce, all'arretramento culturale cui assistiamo: quel che accade è la negazione di tutto ciò per cui hanno lottato. C'è bisogno di esempi e moralità".

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