Nel "medagliere" dei principali competitor dell'Italia, la Cina guadagna la prima posizione con 20 ori sui 32 assegnati; seguono Germania e Spagna. Ma il made in Italy tiene e mostra una ripresa delle attività all'estero. Questo è il quadro che emerge da Assocamerestero.
Autore: Redazione ImpresaCity
Venti medaglie d'oro, due d'argento e una di bronzo. E' il primato della Cina non in una Olimpiade, ma nei timori dei 24mila imprenditori italiani residenti all'estero interpellati da Assocamerestero – l'Associazione delle Camere di commercio italiane all'estero – e Unioncamere, in collaborazione con 59 CCIE presenti in 46 Paesi, nell'ambito dell'indagine presentata durante la XIX Convention mondiale a Parma. Oltre la metà degli intervistati (52%) rileva nell'ultimo anno l'ingresso nello scenario internazionale di nuovi competitor delle produzioni italiane. In analogia con le competizioni sportive, costruendo una sorta di "Medagliere" secondo il numero di preferenze ottenute, il gigante asiatico risulta essere il principale competitor emergente dell'Italia (venti ori sui 32 assegnati), specialmente per il Made in Italy tradizionale. Nella graduatoria, seguono Germania e Spagna, che mostrano una crescita della pressione competitiva in mercati strategici quali Brasile e Ungheria nel caso della Germania, Francia e Hong Kong nel caso della Spagna. Nel complesso, ottengono un buon numero di medaglie anche il Brasile (8 medaglie di cui una d'oro e cinque d'argento), la Corea del Sud (6 di cui 1 oro e tre argenti) e la Turchia (4 medaglie, di cui una d'oro). Ma all'inasprimento della competizione mondiale e alla crisi che ha attraversato il pianeta in questi due anni, le imprese italiane stanno mostrando di aver sostanzialmente retto e di essere ora pronte a un rilancio sui mercati internazionali. Il 69% degli intervistati ha riscontrato nel I semestre 2010 una ripresa dell'attività sull'estero, soprattutto per le piccole e medie aziende (per il 75%). Solo il 18% degli intervistati rileva invece un ripiegamento sul mercato interno (contro il 26% del secondo semestre 2009), mentre se si guarda alle strategie adottate per far fronte al ciclo economico negativo, la percentuale scende addirittura a un 2,8%. Per sostenere il dinamismo delle imprese, il sistema camerale in Italia e all'estero ha messo in campo nel 2010 oltre 3mila iniziative, puntando sui mercati più promettenti per le Pmi e sui settori a più elevato potenziale di sviluppo. A queste si aggiungono due progetti strategici: uno sull'Area dei Balcani ed uno nel Mediterraneo meridionale. Quest'ultimo progetto, promosso dall'intero sistema camerale, prevede 14 iniziative di partenariato e incontri BtoB nei settori ambiente, nautica, agroalimentare e formazione e interessa tutti i Paesi della sponda Sud, dal Marocco, al Medio Oriente, fino alla Turchia. Tra i servizi ritenuti necessari per qualificare la presenza italiana all'estero, quasi due intervistati su tre (il 63%) ritengono prioritario avere informazioni puntuali circa l'affidabilità e la solvibilità delle controparti estere per arginare il rischio d'impresa connesso ad operazioni di internazionalizzazione complesse. Aumentano poi la ricerca di partner locali con cui attivare joint venture o collaborazioni (individuata dal 58% degli intervistati) e il supporto nella scelta di nuovi spazi di mercato (per il 53%). "Le imprese sono consapevoli che l'apertura all'estero rappresenta un fondamentale fattore di sviluppo per il business aziendale, sia in termini di aumento del giro di affari e dei profitti, che di accesso a nuove idee ed esperienze. – afferma Augusto Strianese, Presidente di Assocamerestero - Per questo, le Camere di Commercio Italiane all'Estero rappresentano una risorsa fondamentale, sia in termini di informazioni strategiche sui nuovi trend internazionali sia per azioni di supporto concreto a modalità di presidio più stabili e strutturate sui mercati. Il nostro vantaggio competitivo è proprio quello di essere una rete di imprenditori al servizio del mercato e delle istituzioni italiane, che parla il linguaggio delle imprese e per questo è in grado di coglierne, e spesso anticiparne, le esigenze".
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