Siglato accordo Unicredit-sindacati, 3000 esuberi

Raggiunto l'accordo tra Unicredit e i sindacati in merito ai 4.700 esuberi previsti dal riassetto per la Banca Unica: l'istituto darà il via ad una fase di uscita volontaria e incentivata in base all'età per 3000 lavoratori. Se il numero non verrà raggiunto, è prevista l'uscita forzosa in base agli anni di contributi.

Autore: Redazione ImpresaCity

Alle 5.30 di stamattina è stato firmato l'accordo con i sindacati sugli esuberi in Unicredit in merito ai 4.700 esuberi previsti dal riassetto per la Banca Unica. Lo ha reso noto la Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani) in un comunicato stampa. Dunque dopo 6 giorni e 3 notti consecutive di trattativa, dunque, si è finalmente giunti ad una soluzione nell'ambito del piano "One4c", piano di riorganizzazione generale per il periodo 2010-2013.
Nel triennio, l'esodo riguarderà 3000 lavoratori dell'istituto di credito (e non 4700 come dalle richieste iniziali). L'accordo prevede una fase di uscita volontaria e incentivata in base all'età per tutti coloro che sono già in possesso dei requisiti pensionistici o che li matureranno entro il 31 dicembre del 2013.
Il lavoratore potrà decidere la propria uscita alla maturazione del requisito (potendo fruire così del 100% dell'incentivo e di un assegno pari al 70% netto dell'ultima retribuzione sino al raggiungimento della finestra), oppure direttamente alla maturazione della finestra (potendo fruire di un incentivo pari al 50%).
Qualora in questa fase non si raggiunga il numero di 3000 persone, è prevista l'uscita forzosa a cominciare dai dipendenti che hanno 40 anni di contributi.
Inoltre, l'accordo appena siglato prevede la stabilizzazione dei 1077 neoassunti con contratto di apprendistato e 1000 nuove assunzioni, oltre alle 121 già decretate da precedenti accordi.
"È stata una vertenza difficile - spiega Mauro Morelli, segretario nazionale Fabi - perché volevamo garantire, oltre alle nuove assunzioni e alla stabilizzazione di tutti i precari, degli incentivi economici per quei 3000 lavoratori che volontariamente sceglieranno di andare in pensione o in prepensionamento. Siamo soddisfatti dell'obiettivo raggiunto".
"Spetta ora all'azienda - prosegue - dimostrare la volontà di rendere ancora più competitiva Unicredit con politiche orientate alla crescita e al recupero del rapporto col territorio".

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