Unicredit ha annunciato ai
sindacati 4.700 esuberi all'avvio delle trattative legate al
riassetto per la
Banca Unica. Così il
sindacato Fabi commenta la decisione, inaspettata, da parte dell'istituto di credito:
''L'effetto Marchionne-Fiat ha purtroppo contagiato con un effetto domino il
gruppo Unicredit''.
Oggi si sono già aperte a Milano le consultazioni sindacati e Unicredit sul progetto Banca Unica per riorganizzare il gruppo: gli esuberi riguardano il triennio 2011-2013.
Sulla vicenda, il sindacato Fabi sottolinea in una nota che solo pochi giorni fa "Il presidente dell'esecutivo Abi,
Francesco Micheli, e il neopresidente
Giuseppe Mussari prendevano distanze dal nuovo modello di
relazioni sindacali e industriali della Fiat''. Unicredit, afferma il maggior sindacato del comparto bancario '"si pone politicamente e contrattualmente fuori da quella concertazione rivendicata dall'Abi e tutti gli argomenti presentati oggi, anticipano la pretesa di modificare l'attuale contratto nazionale di lavoro che da settembre si andrà a discutere". Ma la dura posizione del sidacato non si ferma qui e condanna il management di Unicredit: "pensiamo che
Profumo pensa a un contratto nazionale a parte con revisioni ad esempio come quelle territoriali, di mobilità o target da raggiungere, o vuole imporre un modello che dal 2007 ha prodotto la fuoriuscita di 10mila dipendenti oltre gli attuali annunciati oggi''.