Cloud, non tutto è oro ciò che luccica

Un recente report KPMG evidenzia il pericolo di adottare una logica cloud senza considerare adeguatamente i costi associati alla trasformazione complessiva dell'organizzazione interna

Autore: Piero Macrì

A trainare l’adozione del cloud sono due fondamentali motivi: riduzione dei costi e velocità nell’implementazione, ovvero time to market. Altrettanto importanti, soprattutto da parte dei business executive, appaiono essere motivazioni legate alla capacità di espandere le proprie attività in nuovi mercati così come poter procedere a una trasformazione dei processi di business.



Insomma, il cloud viene visto come una componente strategica per modernizzare la propria organizzazione e allo stesso tempo consentire una crescita globale delle attività. E’ quanto emerge dal recente report di KPMG sul cloud computing che ha coinvolto un campione di 650 executive, IT e business, di 16 differenti aree geografiche.
Ogni nuova ondata tecnologica genera opportunità di cambiamento e il più delle volte il cambiamento viene descritto come foriero di nuova produttività ed efficienza. Ci si dimentica troppo spesso che l’evoluzione implica, comunque e sempre, una trasformazione: significa rivedere processi organizzativi, mettere mano a strutture e modalità operative consolidate. Certo, se tutto viene gestito al meglio, il cambiamento può generare ritorni positivi. Ma il rischio è non considerare con sufficiente attenzione le implicazioni di un allineamento tecnologico a nuove strategie di business. E’ questo uno degli aspetti più critici rilevato dal campione aziendale oggetto dello studio Kpmg. Il 33% delle persone intervistate afferma, infatti, che il costo dell’implementazione del cloud si è rivelato essere più alto del previsto e, nello stesso tempo, più complesso, in quanto il processo ha significato una rivisitazione dell’attuale infrastruttura IT.
In definitiva dalle risposte dei manager che sono stati coinvolti nella survey emerge che l’investimento nel cloud ha implicazioni dirette sull’assetto IT delle organizzazioni. Solo se l’investimento fosse del tutto estraneo e indipendente dalle risorse in essere l’esito potrebbe essere diverso, nel caso per esempio si decidesse di intraprendere una logica software as a service estranea alle applicazioni correnti. Se, invece, ragiona in una prospettiva di cambiamento infrastrutturale la criticità della trasformazione appare invece del tutto evidente. Morale? Per riuscire a sfruttare appieno le potenzialità e opportunità offerte dal cloud occorre procedere in sincronia con una revisione organizzativa.

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