Camera di Commercio di Milano, economia milanese tra luci ed ombre

Pubblicati i dati dell'Osservatorio permanente sulla micro e piccola impresa milanese: il personale delle aziende milanesi è diminuito a causa della crisi, ma la maggioranza degli imprenditori crede che nel 2010 possa crescere la competitività.

Autore: Redazione ImpresaCity

Nel 59% delle aziende milanesi il personale è diminuito a causa della crisi, ma il 61% degli imprenditori crede che nel corso del 2010 possa crescere la competitività, in particolare rivolgendo l'attenzione verso i mercati internazionali, senza trovare però adeguato sostegno dal mondo del credito.
Sono questi i dati che fotografano lo stato d'animo delle Pmi che guardano la fase immediatamente successiva alla violenta crisi che ha colpito i mercati internazionali tra il 2008 e il 2009.
Dati che emergono dalla quarta rilevazione per l'Osservatorio permanente sulla micro e piccola impresa milanese, realizzato da Altis (Università Cattolica del Sacro Cuore), voluto da Compagnia delle Opere e Camera di Commercio di Milano.
Un'analisi realizzata per conoscere più a fondo problemi ed esigenze del tessuto economico e sociale delle Micro e Piccole imprese milanesi, che sono una realtà fondamentale della nostra economia ma anche per costruire assieme gli strumenti utili ad affrontare l'attuale congiuntura economica.
L'Osservatorio ha intervistato, nel corso del 2009, 1822 micro e piccole imprese della provincia di Milano, divise per settore merceologico e dimensione in un campione rappresentativo della economia milanese. Accanto ai dati utili alla comparazione, gli imprenditori sono stati interrogati su temi emergenti come la crisi economica e la competitività.
Veniamo ai dati di sintesi.
Investimenti. Nonostante la crisi e la sfiducia che colpisce tanti imprenditori il 50% delle imprese dichiara di aver fatto investimenti ed il 33% dice di essere intenzionata a sostenerne di nuovi. Gli ambiti di investimento restano hardware e software (40%), impianti ed attrezzature (27%), acquisto di macchinari (22%), opere murarie ed acquisto di immobili (20%) ed automezzi (18%). La crisi però spinge gli imprenditori a fare innovazione ed infatti si registra un aumento del 2% delle innovazioni di prodotto (dal 24 al 26%).  
Accesso al credito. Altro capitolo fondamentale per la vita delle Micro e Piccole imprese è quello dell'accesso al credito. Crescono ulteriormente le difficoltà nel rapporto con gli istituti di credito con il 36% delle imprese che denuncia problemi, lentezze e ristrettezze. L'Osservatorio indaga questo dato sempre più in profondità; addirittura l'80% degli intervistati ha denunciato di avere avuto queste difficoltà; il 48% lamenta mancanza di attenzione da parte dei funzionari ed il 43% un approccio troppo burocratico al cliente. Per quanto riguarda il sostegno al credito da parte delle istituzioni,  solo il 3% delle imprese dichiara quest'anno di aver beneficiato di contributi o finanziamenti agevolati contro l'8% del 2008 ed il 13% del 2007.  
Estero. Il 29% delle imprese è presente all'estero, in crescita rispetto al 2008 quando era il 26%. I Mercati più importanti per l' Export sono l' Est Europa (41%), USA e America del Nord (29%), Africa e Medio Oriente (21%), mentre invece per l' Import i paesi con i quali i rapporti commerciali sono più intensi sono l'Est Europa (30%), USA e America del Nord (29%), Cina (29%). Interessante anche la distribuzione geografica delle nostre micro e piccole imprese all'estero, con il 57% che lavora in meno di 5 paesi ed il 4 % che invece guarda a tutto il mondo.  
Lavoro e formazione. La crisi si fa sentire soprattutto nel mercato del lavoro, nonostante l'impegno di Governo e Regione a sostenere gli ammortizzatori sociali, anche in deroga.  Numerose imprese hanno dovuto ridurre il personale e solo il 10% ha assunto nuovi collaboratori. Tra questi crescono i contratti a tempo indeterminato (66% contro il 53%), mostrando la necessità, da parte delle imprese, di non rinunciare a mano d'opera qualificata. Scende invece il numero delle imprese che ha investito attivamente in formazione del personale, 12% contro il 14% dell'anno precedente; diminuisce l'uso dell'orario flessibile come forma di aiuto verso i dipendenti.  
Effetti della crisi. Oltre la metà degli imprenditori intervistati dichiara che la crisi dei mercati internazionali ha causato diffusi effetti negativi, colpendo  maggiormente le imprese industriali, poi quelle del commercio e dei servizi. I problemi più importanti si sono concretizzati nell'allungamento dei tempi di pagamento, nell'aumento dei costi delle materie prime. Il 24% delle imprese ha riscontrato problemi ancora più gravi nell'accesso al credito.
"L'allarme occupazione, che sollecita il dato nazionale coi suoi due milioni di disoccupati, non deve farci perdere di vista l'obiettivo principale - ha dichiarato Massimo Ferlini, Presidente Compagnia delle Opere di Milano e provincia - infatti è dalla Lombardia, dal lavoro delle 300 mila Pmi del territorio milanese che può venire la spinta decisiva in grado di portarci fuori, sebbene con una gradualità difficile da decifrare, dalla crisi che abbiamo attraversato. E la via maestra ripercorre il sostegno alle imprese, alla formazione ed alla innovazione. Un dato, su tutti, tra quelli proposti dall'Osservatorio, la dice lunga sul ruolo della persona nelle piccole aziende. Il 17% delle imprese ha continuato ad assumere e nel 66% dei casi ha scelto contratti a tempo indeterminato, dando stabilità - con ogni probabilità – a quei lavoratori che erano entrati in azienda in modo più flessibile. In pratica è prevalsa la scelta di considerare professionalità ed esperienza come fattori irrinunciabili per la ripresa. E allora appare come una scelta giusta quella della Regione di favorire, attraverso gli ammortizzatori sociali, una rinnovata formazione dei lavoratori".
"È un momento difficile come mostrano i dati - ha dichiarato Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di Commercio di Milano - in rapida evoluzione con nuovi scenari che emergono rapidamente e segnali mutevoli. Ma con un punto fermo, la responsabilità di Milano e della sua economia, la capacità di chi vive e lavora in questa città di saper reagire a queste difficoltà. È compito delle istituzioni essere a fianco delle imprese e dei lavoratori in questa fase. Noi come Camera di commercio continuiamo a  farlo, a partire dagli interventi sul credito che risulta uno dei primi problemi delle imprese".

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