Nel quarto trimestre 2009, il numero di
occupati in Italia ha registrato un
calo dell'1,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Nel corso dell'anno appena passato, il numero di persone con un posto di lavoro è sceso di
380 mila unità rispetto alla media del 2008, mentre il tasso di
disoccupazione è salito al
7,8% (dal 6,8% di un anno prima).
Questi i dati più salienti emersi da un rapporto recentemente pubblicato dall'
Istat sul lavoro nel nostro paese.
Nel dettaglio, si nota una forte flessione dell'
occupazione maschile (-2,0%) e un meno accentuato, ma comunque rilevante, calo di quella
femminile (-1,1%).
A livello territoriale, alla significativa riduzione degli occupati del
Nord e del
Mezzogiorno (-1,7 e -3,0%, pari nell'ordine a -207.000 e -193.000 unità) si accompagna la più modesta flessione del
Centro (-0,6%, pari a -27.000 unità), dove maggiore è la componente occupazionale straniera.
Il Ministro del Welfare
Maurizio Sacconi ha commentato i dati ridimensionandoli. Secondo il Ministro in Italia gli effetti della crisi, seppure negativi, sono stati più contenuti rispetto a tutti gli altri paesi europei: il dato della disoccupazione è infatti
inferiore di 1,6 punti percentuali rispetto a quello medio dell'
Eurozona.
Le ricadute negative della crisi sono state più gravi per altre nazioni come la
Francia, la
Svezia e la
Spagna, dove la disoccupazione ha raggiunto il 18%.
La tenuta del nostro paese è riconducibile, tra gli altri fattori, al fatto che "si stima circa un milione di persone abbiano usufruito degli
ammortizzatori sociali che hanno garantito la sopravvivenza del rapporto di lavoro". Il rapporto completo dell'Istat può essere consultato a questo
link.