Le aziende europee sono consapevoli dell'importanza della
sicurezza documentale, ma non sempre questa consapevolezza si traduce nell'adozione di policy e di tecnologie a protezione del patrimonio informativo aziendale. Questo è quanto emerge da una ricerca condotta da
Coleman Parkes Research per conto di
Ricoh intervistando i decision maker di medie e grandi aziende europee appartenenti a differenti settori.
Quasi la metà degli intervistati (
49%) si dice
preoccupata per la sicurezza dei documenti sia cartacei che digitali e una maggioranza netta (
91%) è concorde sul fatto che quando si tratta di sicurezza
"prevenire è meglio che curare".
Non sono però neanche la metà le aziende che hanno implementato policy per impedire, per esempio, che un dipendente che lascia l'azienda porti con sé informazioni riservate, oppure per controllare la stampa di informazioni relative ai clienti.
L'assenza di misure di sicurezza può essere correlata ai risultati emersi dallo studio Ricoh Document Governance Index. La ricerca ha evidenziato che la
governance documentale tende a essere
frammentata, senza una funzione specifica che se ne faccia carico in modo esplicito. In molti casi, i responsabili della governance documentale sono molteplici e spesso tale responsabilità è affidata ai manager di reparto o addirittura ai singoli dipendenti. Questo approccio causa duplicazioni e inefficienze e ha un impatto negativo sulla produttività, sulla sostenibilità e, appunto, sulla sicurezza.
Gli atteggiamenti nei confronti della sicurezza variano molto a seconda del settore verticale di riferimento.
Il
settore finanziario è quello in cui l'implementazione di policy formali per limitare la stampa dei dati relativi ai clienti è meno diffusa: solo il
46% delle aziende ha adottato procedure di questo tipo. Fra le organizzazioni dei
Servizi Pubblici, solo il
33% ha implementato una strategia strutturata per la sicurezza dei documenti. Solamente il
37% dei manager nel settore dei
Servizi Professionali, la percentuale più bassa in Europa, ha attuato procedure formali, rispetto al
46% riscontrato nel settore dei
Servizi Finanziari (la percentuale più elevata). Nei settori
Telecomunicazioni, Servizi e Media si registra il maggior consenso sul fatto che il volume delle informazioni stampate stia aumentando, ma solo il
43% dei manager ha attuato procedure formali per il controllo della stampa di documenti riservati.
Nel complesso, dai risultati emerge che anche i settori più regolamentati e consapevoli dell'importanza della sicurezza potrebbero fare di più per tutelare le informazioni riservate e per controllare con maggior efficacia i documenti.
Ian Winham, Executive Vice President and Group Finance Director Ricoh Europe, ha così commentato i risultati della ricerca: "oggigiorno le aziende europee devono riuscire ad affrontare i rischi correlati alla sicurezza dei documenti, gestendo tali asset come parte integrante di una strategia globale volta alla protezione del patrimonio informativo. Attuando una strategia che assegni in modo chiaro la responsabilità dei flussi documentali, le aziende possono limitare i rischi e raggiungere allo stesso tempo obiettivi in termini di riduzione dei costi e di maggiore efficienza. Questo consente da un lato di rispondere ai requisiti normativi e dall'altro di aumentare la fiducia dei clienti e il vantaggio competitivo".
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