Le aziende italiane di medie e piccole dimensioni,
le cosiddette PMI, non hanno ancora appreso appieno il valore strategico che può derivare dall'utilizzo dell'ICT. Imprenditori e manager, spesso a causa della scarsa conoscenza delle potenzialità di tali tecnologie e anche per la difficoltà da parte dei fornitori di soluzioni ICT nel comunicare non utilizzano ancora l'ICT come leva competitiva.
È ciò che emerge da
una ricerca condotta dall'Osservatorio ICT&PMI della School of Management del Politecnico di Milano, che durante Smau presenta una serie di ricerche elaborate da 24 Osservatori, condotta su un campione di oltre 700 casi di PMI italiane.
Le evidenze che emergono mettono in luce la distanza delle nostre aziende rispetto agli altri Paesi; basti dire che
la spesa IT varia da circa 700 Euro/addetto nelle imprese di dimensioni minori a circa 1200 Euro/addetto nelle imprese di dimensioni maggiori, ben al di sotto della spesa media di altri paesi europei.
A livello di software applicativo utilizzato 1 impresa su 3 usa come sistema gestionale un pacchetto software "elementare", per gestire alcune attività di base, quali l'amministrazione e la contabilità; sono invece ancora poco diffusi gli ERP nazionali e, soprattutto, internazionali.
E l'arretratezza si estende all'utilizzo delle nuove tecnologie: la maggior parte delle applicazioni Web utilizzate dalle PMI sono molto semplici, si va da siti istituzionali, Intranet che offrono servizi generici ai dipendenti; ancora bassa anche la diffusione di applicazioni Mobile&Wireless ti tipo evoluto, quali l'automazione della forza vendita, l'automazione del lavoro sul campo, applicazioni basate su tecnologie RFId, applicazioni di CRM.
Ma non tutto è così arretrato, non mancano situazioni in cui le imprese stanno interpretando in modo intelligente l'utilizzo delle ICT. Cresce, anche se lentamente, la sensibilità degli imprenditori rispetto all'utilizzo delle ICT, sia per le mutate condizioni competitive, che per la "spinta innovativa" proveniente dal cambio generazionale, in altri ancora, per l'azione condotta da strutture quali Università, Associazioni di categoria e Istituzioni. Anche i fornitori ICT hannod ato un contributo di valore in questi anni, iniziando a offrire tecnologie, soluzioni e servizi sempre più vicini alle PMI italiane.
Come ha commentato
Raffaello Balocco, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio ICT&PMI, le Pmi investono in tecnologia 700-1200 euro per addetto, a seconda della dimensione dell'azienda. Si tratta di investimenti in media limitati anche se esistono molti casi di eccellenza anche tra piccole o addirittura micro imprese. Il vero problema e' relativo in molti casi alla diversa sensibilità nei confronti dell'importanza delle ICT da parte del vertice delle Pmi. L
'Osservatorio ha individuato
5 regole che consentono alle PMI un utilizzo strategico delle ICT
- Il Vertice ci crede. Il mangement è realmente sensibile rispetto all'utilizzo delle ICT. La sensibilità e il commitment si può misurare attraverso il tempo speso a prendere decisioni in questo ambito, al budget investito, alle scelte organizzative effettuate, ecc.
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E' presente un "Innovatore" nell'organizzazione. Un membro dell'organizzazione svolge il ruolo di "innovatore" e di "punto di riferimento", mettendo in collegamento il vertice dell'impresa - e più in generale, il management - e i "tecnici", rappresentati dalla direzione IT interna (se esiste) e dai fornitori esterni. Rappresenta il punto di riferimento e il perno di tutti i processi innovativi relativi all'ICT. Non è necessaariamente una figura di estrazione tecnica ma deve avere una esplicita e forte sensibilità alle tecnologie, mentre deve avere buone competenze gestionali e di business e deve possedere anche capacità di project management, di relazione interpersonale ed una buona propensione al cambiamento e all'innovazione. - -
Il Responsabile IT è "aperto". Il Responsabile IT è aperto alle innovazioni e ai cambiamenti e non cerca di frenare l'innovazione per mancanza di competenze o perché teme di perdere potere all'interno dell'impresa.
- La Direzione IT svolge un ruolo di "presidio gestionale". La capacità reale di una direzione IT di garantire efficacemente il presidio gestionale dell'innovazione ICT dipende dalla tipologia e dal livello di competenze possedute. Solo una direzione IT con ragionevoli competenze gestionali - in particolare di acquisto, di project management e di gestione dei fornitori esterni e con una qualche sensibilità sistemistica ed applicativa può svolgere il ruolo del presidio gestionale dei processi innovativi.
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Esiste un "Partner ICT" esterno. In tutti i casi in cui non esiste una Direzione IT interna all'impresa oppure nei casi in cui la direzione, anche se esiste, non ha i requisiti necessari, il presidio gestionale dell'innovazione ICT potrebbe essere "delegato" ad un partner esterno con adeguate caratteristiche.