Speciale

Red Hat Open Source Day 2016

Red Hat Open Source Day 2016

Autore: Barbara Torresani

Partecipa per innovare’ è stato il leit motif della 9° edizione del Red Hat Open Source Day – a Milano e Roma – che ha visto la partecipazione di oltre 2.600 persone giunte all’appuntamento, a sottolineare la strategicità dei due concetti di fondo alla base della filosofia Open Source: lo spirito collaborativo e comunitario e l’innovazione che attraverso di essa viene abilitata nelle organizzazioni. Un concetto oggi sdoganato dagli ambiti accademici o scientifici utilizzato per abilitare un processo dirompente di trasformazione digitale delle aziende alle prese con nuove istanze tecnologiche e di business, in cui concetti come rapidità, sviluppo veloce e agile ed ecosistemi collaborativi possono fare la differenza e in cui il software diventa elemento chiave così come il cloud, in prevalenza nella sua forma ibrida, si fa sempre più spazio come nuovo paradigma di fruizione dell'innovazione. Un tema abbracciato da sempre da Red Hat, l’Open Source Company per antonomasia, che ne ha fatto la propria bandiera, elemento fondante di tutta l’offerta tecnologia del vendor, alla base di molte tecnologie emergenti che si affacciano sul mercato e abilitante temi portanti quali Analitycs, Big Data, IoT, e Mobility, in grado di entrare a pieno titolo in tutti i settori merceologici mission critical - le testimonianze sul palco di aziende clienti quali Aviva, Cassa Depositi e Prestiti, Unicredit ne sono una conferma - abbracciato anche dai principali vendor del settore tecnologico a partire dai big player quali: Cisco, Fujitsu, HPE, IBM, Intel, Lenovo – partner tecnologici strategici dell’evento - che ne fanno un elemento distintivo della propria proposizione. Open Source, infine, che abilita un'economia collaborativa, dove la forza dell'ecosistema, della partecipazione e della condivisione, facilita il processo innovativo e la trasformazione digitale delle organizzazioni moderne. E Red Hat, come vendor di riferimento non può che guidare questa nuova era dell'IT, improntata all'Openess. Open Source nell’era digitale E’ Gianni Anguilletti, Country Manager in Italia, a fare gli onori di casa, citando alcuni fatti che hanno caratterizzato l’ultimo anno dell’azienda a livello locale e internazionale: il raggiungimento dei 100 dipendenti in Italia – di cui oltre il 30% con un profilo di sviluppatore a sottolineare ancora una volta la forza collaborativa del modello Open Source; la chiusura della prima convenzione Consip sull’Open Source a marchio Red Hat: “Un passo fondamentale nel processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione per ammodernare il Sistema Paese e renderlo più competitivo”; il superamento della soglia dei 2 miliardi di dollari di fatturato a livello globale – a solo tre esercizi di distanza del raggiungimento del miliardo di dollari; 58 trimestri consecutivi di crescita, a testimonianza di una continua crescita e della solidità finanziaria aziendale.
Un futuro flessibile e veloce Werner Knowblich, VP and General Manager, Red Hat Emea, inquadra il momento di mercato che vede l’IT delle aziende in profonda trasformazione: “Ogni organizzazione sta diventando un’azienda tecnologica, per questo la digitalizzazione diventa una priorità dei Ceo aziendali e non solo dei Cio. Entro il 2008 il 67% dei Ceo delle Global 2000 avrà la digital transformation tra le priorità principali da raggiungere. Digital Transformation che impatta tutti i settori merceologici, nessuno è escluso. Anche se i driver possono essere differenti, infatti, il viaggio da compiere è uguale per tutti e va verso un nuovo modo di sviluppare, rendere disponibili e integrare le applicazioni moderne, modernizzare le infrastrutture esistenti e costruirne di nuove basate sul cloud, rendendo più agile i processi IT e business in cui il cloud computing diventa paradigma di riferimento”, afferma. Un viaggio da IT tradizionale a IT cloud nativo, cloud che oggi è a tutti gli effetti una realtà: “Il mondo sta vivendo nell’era dell’ibrido”, e l’Open Source è driver di innovazione: “Non è solo codice ma è processi e cultura”, enfatizza. Un Open Source che permea tutta l’offerta Red Hat per abilitare l’innovazione delle soluzioni IT mission critical. Un nuovo modo di concepire l’IT che rende disponibili workload agili e flessibili in cui le applicazioni sono evolute da monolitiche a connesse, web, e oggi in logica di micro servizi e conteiner. Conteiner per connettere le applicazioni all’infrastruttura– al fine di gestire al meglio gli ambienti complessi: “Open Shift è la piattaforma conteiner di Red Hat in logica DevOps per la Digital Enterprise, che integra tutte le componenti IT in modo flessibile e agile ma soprattutto veloce”, conclude. Un modello vincente e collaudato Durante la sessione plenaria oltre ai manager Red Hat che hanno raccontato le ultime novità relative all’azienda e gli sviluppi futuri, si sono susseguite le testimonianze di importanti clienti tra cui come detto Aviva, Cassa depositi e prestiti, Popolare di Sondrio, Sia, TIM, Unicredit. Idc da parte sua ha fornito una vista del mercato e le principali tendenze in ottica Open Source mentre i vendor partner hanno raccontato il loro impegno in chiave di apertura e la relazione in essere con Red Hat. Nel pomeriggio i partecipanti hanno avuto la possibilità di approfondire la conoscenza sulle tecnologie più innovative, quali Containers, DevOps, Mobile, Big Data, IoT, Cloud, Mobile & Security, nonché avere una panoramica sulle soluzioni Open Source, sugli sviluppi futuri e sui vantaggi economici, strategici e di innovazione apportati dal loro utilizzo.