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Abi: in aumento prestiti a imprese, balzo dei mutui (+2,5%)

I prestiti a famiglie e imprese sono in aumento dell’1,2% su base annua, a quota 1.799 miliardi.

Mercato e Lavoro
A fine aprile 2017 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.799,6 miliardi di euro è nettamente superiore, di quasi 75 miliardi, all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.724,9 miliardi di euro.
Sono questi in sintesi i numeri del bollettino mensile dell’Associazione bancaria italiana aggiornato a fine aprile.
Dai dati di aprile 2017, emerge anche che i prestiti a famiglie e imprese sono in crescita su base annua di +1,2%, stabile rispetto al mese precedente e in crescita rispetto al +1% di febbraio 2017, consolidando il miglioramento della dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere. Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad. esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).
Inoltre, sulla base degli ultimi dati ufficiali, relativi a marzo 2017, si conferma la ripresa del mercato dei mutui, inizialmente colta con l’impennata dei nuovi mutui. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +2,5% rispetto a marzo 2016 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento).
Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese risulta pari a 1,71%, era 1,66% il mese precedente (5,48% a fine 2007).
Infine le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse) a marzo 2017 si posizionano a 77,2 miliardi di euro (valore prossimo al dato del mese precedente e più basso da maggio 2014), in forte diminuzione rispetto al dato di dicembre 2016 (86,8 miliardi). In particolare, rispetto al picco di 89 miliardi toccato a novembre 2015 si registra una riduzione delle sofferenze nette di oltre il 13%. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è ridotto a 4,39% a marzo 2017 (era 4,89% a fine 2016 e 0,86% prima della crisi).

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