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Autnomous car, entra in scena Luminar

La tecnologia della startup americana crea in tempo reale una mappa a tre dimensioni dell’area circostante e trasmette poi i dati al “cervello” del veicolo, per informarlo sulle decisioni da prendere

Tecnologie
lidar.jpgA San Francisco l'attenzione è tutta per il 22enne Austin Russell, fondatore della startup Luminar. Forte di investimenti pari a circa 36 milioni di dollari, Ruseell rinnova il progetto Lidar, avviato cinque anni fa, utilizzando una innovativa tecnologia di light detection and ranging ad altissima risoluzione da utilizzare sui veicoli a guida autonoma o semiautonoma.

Le macchine senza conducente, su cui praticamente tutta l’industria hi-tech e dell’automotive sta ormai investendo miliardi di dollari, per garantire la sicurezza dei passeggeri (e non solo) si appoggiano sostanzialmente su due tipologie di sistemi: le videocamere, per interpretare i segnali stradali e i semafori, e i sensori (come i Lidar) per “leggere” i movimenti degli altri soggetti presenti in strada, che siano automobili, pedoni, ciclisti od ostacoli improvvisi.

La tecnologia crea in tempo reale una mappa a tre dimensioni dell’area circostante e trasmette poi i dati al “cervello” del veicolo, per informarlo sulle decisioni da prendere. I sistemi Lidar sono talmente importanti da essere al centro della causa legale fra Uber e Waymo, la controllata di Alphabet che si occupa dello sviluppo delle auto connesse.

Al momento gli altri competitori di Luminar sono, oltre alla stessa Waymo, aziende meno conosciute come Quanergy e Velodyne. La prima ha creato una tecnologia a basso costo, mentre la seconda è leader di mercato e l’anno scorso ha ricevuto un sostegno economico da parte di Ford e Baidu (motore di ricerca cinese) di circa 150 milioni di dollari. Tra i suoi clienti spicca la stessa Uber, che sta cercando però di costruirsi in casa un dispositivo proprietario. I prodotti di Velodyne vanno dagli ottomila ai 75mila dollari. 

A detta di Russell, il suo prodotto è in grado di surclassare le soluzioni degli altri player. Durante una dimostrazione al Pier 35 di San Francisco, riservata alla stampa statunitense, il Cto di Luminar, Jason Eichenholz, ha sfoggiato la diversità delle rilevazioni con il nuovo Lidar prima spento e poi acceso.

Riprendiamo la cronaca di Engadget. “La differenza è impressionante. Ma non è solo la qualità degli oggetti scansionati a essere importante, ma anche la distanza che il sensore può coprire. Luminar ha posizionato un pannello nero a 200 metri dal sistema ed era ancora perfettamente visibile sul display”.

Mediamente, i Lidar attualmente in circolazione possono arrivare a “vedere” fino a 30 metri di distanza. Ovviamente, come sottolinea il giornalista di Engadget, “quando una macchina sta sfrecciando a 70 miglia all’ora (circa 110 km/h, ndr) sulla strada” è una cosa positiva che il sensore possa recepire movimenti da una distanza maggiore.

Secondo Luminar il proprio sistema presenta una risoluzione 50 volte superiore e una profondità di visione dieci volte maggiore rispetto alle altre soluzioni. Non è dato sapere quanto costerà la tecnologia della startup, ma l’obiettivo di Russell è quello di commercializzare dispositivi dal prezzo competitivo, che possano essere utilizzati da tutte le case automobilistiche.

L’azienda sta collaborando con un centinaio di partner tecnologici e dell’automotive e, a detta del Ceo, i primi prototipi verranno consegnati a breve per iniziare test e per raccogliere feedback. Entro la fine dell’anno Luminar vorrebbe arrivare a produrne circa diecimila unità.   
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