Secondo una recente indagine Netapp il 60% dei Cio europei ha in essere un sistema informativo ibrido, basato su risorse on premise e in cloud.
Secondo una recente indagine Netapp il 60% dei Cio europei ha in essere un sistema informativo ibrido, basato su risorse on premise e in cloud. Lo studio che ha coinvolto di 750 Cio di Francia, Germania e Uk ha preso in esame le attitudini e le pratiche in ambito cloud, sicurezza e allineamento al regolamento generale dell’Unione Europea sulla protezione dei dati (Gdpr).
Oltre la metà del campione intervistato ha indicato come la sicurezza sia il principale motore per l’adozione di soluzioni sulla nuvola e questo dimostra come
stia crescendo la fiducia verso i provider. Inoltre, c’è una convergenza piuttosto evidente verso l’utilizzo del cloud per lo storage e il backup.
La via ibrida è quindi segnata e sembra essere comune a tutte le aziende, ma differiscono le modalità di implementazione e la scelta dei partner. I
service provider locali sono i primi su cui le imprese puntano nel 26 per cento dei casi, mentre gli hyperscaler e i system integrator globali sono meno popolari, avendo raccolto fra il 17 e il 18 per cento di preferenze.
Tra i principali motivi che spingono le organizzazioni ad adottare soluzioni in cloud spiccano flessibilità e risparmio sui costi. Seguono la facilità di utilizzo e la
protezione dei dati. Per quest’ultimo aspetto il Gdpr, cioè il regolamento comunitario che entrerà in vigore per tutti i Paesi membri a maggio 2018, rappresenta una sfida molto sentita dai Cio.
La maggioranza del campione sondato da Netapp ha dichiarato di avere una comprensione buona, molto buona o addirittura completa del regolamento. Ma c’è ancora un chief information officer su dieci che
non conosce neanche l’esistenza della normativa.
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