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Abi: a febbraio prestiti a famiglie e imprese su dell'1,8%

Abi: "Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese ha registrato un nuovo minimo storico di 1,45%".

Mercato e Lavoro
Dai dati di febbraio 2017 del Rapporto mensile dell'Abi, emerge che i prestiti a famiglie e imprese sono in crescita su base annua del +1,8%, in accelerazione rispetto al +1,5% del mese precedente, rafforzando il miglioramento della dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere.
Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad. esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Sulla base degli ultimi dati ufficiali, relativi a gennaio 2017, si conferma la ripresa del mercato dei mutui, inizialmente colta con l’impennata dei nuovi mutui. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie ha registrato una variazione positiva di +1,9% rispetto a gennaio 2016 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento).
A febbraio 2017, i tassi di interesse applicati sui prestiti alla clientela risultano stabili, su livelli molto bassi: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,85%, minimo storico (2,87% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007).
Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese ha registrato un nuovo minimo storico di 1,45%, era l’1,56% il mese precedente (5,48% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,13%, (2,08% a gennaio 2017, 2,02% a dicembre 2016 minimo storico e 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso.
Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse) a gennaio 2017 si sono ridotte a 77,8 miliardi di euro (il valore più basso da giugno 2014), in forte diminuzione rispetto al dato di dicembre 2016 (86,8 miliardi). In particolare, rispetto al picco di 89 miliardi toccato a novembre 2015 si registra una riduzione delle sofferenze nette di oltre il 12%.. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è ridotto al 4,45% a gennaio 2017 (era il 4,89% a fine 2016 e lo 0,86% prima della crisi).
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