Amazon, Google e Alibaba sono andate a rafforzare un installato che inizia a farsi significativo. Gli analisti di Synergy confermano prospettive positive.
Il numero di data center giganti, che gli americani hanno battezzato hyperscale, ha superato quota 300, dopo l’apertura di nuove infrastrutture di questo tipo da parte di Amazon, Google e Alibaba. Il dato fa parte di una nota pubblicata dai ricercatori di Synergy, che hanno analizzato i data center di 24 delle principali società mondiali di servizi Internet e cloud, compresi i più importanti operatori SaaS, PaaS e IaaS, i social network e i motori di ricerca ed e-commerce. Negli Stati Uniti è ospitato il 45% di queste infrastrutture e perlopiù esse ospitano servizi cloud e Internet, a conferma del predominio di quest’area geografica sul resto del mondo per attività sempre più considerate strategiche. Si tratta di strutture anche molto automatizzate, con un costo di manutenzione e risorse umane talmente contenuto da non rendere conveniente la delocalizzazione. A seguire, con pesi rispettivi dell’8 e del 7%, troviamo Cina e Giappone, mentre paesi come Regno Unito, Australia, Canada, Germania e India rappresentano ciascuno fra il 3 e il 5% del totale. In media, ciascuna delle 24 imprese analizzate dispone di 13 data center. Quelli che sopravanzano questo numero sono i big del cloud, ovvero Aws, Microsoft e Ibm. Ciascuna possiede strutture localizzate in tutti i continenti. Anche Google e Oracle dispongono di una forte presenza in ambito hyperscale. Diversi nomi di punta, come Apple, Twitter, Salesforce. eBay e LinkedIn, tendono ad avere i loro megasiti negli Usa, mentre in patria lavorano realtà cinesi come Alibaba (però presente anche in altri paesi), Baidu e Tencent. Synergy prevede che entro il 2018 sarà oltrepassata la quota di 400 data center hyperscale.
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